<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

L’inverno di maggio fa strage di api

  Michele Franceschi impegnato nella sua attività di apicoltore.  MOLINARINon solo pesticidi: anche il freddo sta mettendo in crisi gli alveari
Michele Franceschi impegnato nella sua attività di apicoltore. MOLINARINon solo pesticidi: anche il freddo sta mettendo in crisi gli alveari
  Michele Franceschi impegnato nella sua attività di apicoltore.  MOLINARINon solo pesticidi: anche il freddo sta mettendo in crisi gli alveari
Michele Franceschi impegnato nella sua attività di apicoltore. MOLINARINon solo pesticidi: anche il freddo sta mettendo in crisi gli alveari

Un intero alveare sterminato. Una sorpresa amara che si aggiunge ad una stagione disastrosa. Michele Franceschi, guida naturalistica e apicoltore, non voleva credere ai suoi occhi quando aprendo l’alveare ha visto le sue api morte. «Il freddo di questo periodo sta mettendo in crisi questi insetti che non riescono a scaldare gli esemplari e per difendersi sacrificano la prole. Purtroppo ultimamente è normale trovare le larve morte proprio perché le adulte stanno mettendo in atto questo meccanismo di difesa: in questo momento avrebbero bisogno di mangiare tanto in quanto consumano molte energie. E invece non trovano i fiori o, quando ci sono, non hanno sostanze nutritive sufficienti. Ma aver trovato un alveare con tutte le adulte morte mi ha fatto subito capire che non dipendeva dal tempo. Hanno mangiato qualcosa di letale». LA STRAGE. L’esperienza di 39 anni sul campo, con una settantina di alveari sparsi in vallata ha fatto scattare subito il campanello d’allarme nell’apicoltore che vive in contrada Rossati a Novale. «Sono morte solo in quell’alveare tra le 30 mila e le 50 mila api - prosegue Franceschi -. Le porterò all’istituto zooprofilattico delle Venezie per le analisi, ma essendo esami che vengono effettuati su un campione di principi attivi, seppur ampio comunque non esaustivo, non è certo che riescano a comprendere la causa della morte. Intanto sto controllando gli altri alveari». L’ALLARME. E dopo la tristezza nel vedere quello che non è solo un lavoro ma anche una passione che coltiva fin da quando aveva 11 anni, Franceschi lancia un messaggio: «Qui non si tratta di danni provocati da agricoltori professionisti, perché altrimenti i morti sarebbero stati molti di più. Questa è la conseguenza di qualche hobbista che inconsapevolmente ha utilizzato un insetticida o un concime tossico per le api. Purtroppo non ci si rende conto che quello che si usa nel proprio giardino, terrazzo o piccolo orto ha conseguenze sull’intero pianeta. Mettiamoci poi, la leggerezza con cui vengono venduti ai cittadini prodotti e fitofarmaci che per gli agricoltori richiedono corsi, patentini e registri sanitari e il danno è fatto». IL PRECEDENTE. «Lo scorso anno ho fatto esaminare la cera prodotta ed è emersa la presenza di un principio attivo che si usa sulle viti e che, chiaramente, in questa zona non dovrebbe esserci. Chissà chi l’ha usato e in quali concentrazioni». Non solo. «Ci sono poi tutti i prodotti, oggi vietati, che sono rimasti in qualche angolo di casa e che le persone utilizzano per finirli senza sapere quanto sono pericolosi per l’ambiente», sottolinea Franceschi. IL CLIMA. E se le temperature che stanno mettendo in crisi gli alveari hanno già fatto perdere il raccolto primaverile e compromesso quello attuale di acacia, Franceschi spera in una ripresa per quello estivo di castagno e millefiori: «Sto nutrendo le mie api per cercare di aiutarle a superare questo periodo. La settimana scorsa con il miele, ora con sciroppi di zucchero e candito». E guardando i suoi alveari torna al lavoro, con un occhio al cielo e uno alle sue operaie che non ce l’hanno fatta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

Suggerimenti