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L’Avis trova casa
al San Lorenzo
«Servono giovani»

I donatori del sangue hanno una seconda sede in ospedale. ZILLIKEN
I donatori del sangue hanno una seconda sede in ospedale. ZILLIKEN
I donatori del sangue hanno una seconda sede in ospedale. ZILLIKEN
I donatori del sangue hanno una seconda sede in ospedale. ZILLIKEN

Dopo 53 anni di vita, l’Avis di Valdagno trova casa all’interno del centro trasfusionale nel vecchio San Lorenzo. «Un traguardo atteso, ora uniamo tutte le sezioni di Valle» rilancia il presidente Matteo Bevilacqua. Una forza di 1.207 donatori per la sola città laniera, in gran parte uomini (851) con la fascia che va dai 36 ai 45 anni che la fa da padrona, con 350 donatori attivi. L’ultimo dato disponibile per le donazioni parla di 2 mila 145 unità, tra cui 1959 sacche di sangue intero, 177 di plasma e 9 donazioni di plasmapiastrinoaferesi. Unica nota stonata il dato relativo ai giovani donatori, nella fascia d’età tra i 18 ed i 25 anni che in tutto sono 75, circa il 6 per cento, con una leggera prevalenza delle donne.

Il nuovo ufficio, segnalato dal totem di Avis, resterà aperto da lunedì a giovedì ed un sabato mattina al mese, in simbiosi con gli orari delle donazioni. «Devo ringraziare l’ex direttore generale Giuseppe Cenci che, dopo la nostra richiesta di un anno fa ci aveva concesso il benestare per questo punto informativo e l’attuale dg Giovanni Pavesi che ha confermato la decisione. Ora abbiamo la possibilità di sgravare le infermiere, che sono impegnate con le donazioni, dal compito dell’accoglienza - spiega Bevilacqua -. Per Avis è fondamentale avere questa possibilità perché la nostra sede storica di via Mastini 18 in centro, che comunque non abbandoneremo per gli appuntamenti di rappresentanza, è lontana e questo penalizza la possibilità di stare vicino ai nostri soci al momento della donazione e di informare chi si avvicina per la prima volta alla donazione. Per quanto riguarda gli iscritti alla sezione di Valdagno, possiamo gestire meglio la programmazione degli appuntamenti, mentre per quelli delle altre sezioni di valle, possiamo sì prendere nota dell’appuntamento, ma è necessario che poi si rivolgano alla loro sede di appartenenza o direttamente al centro ospedaliero. Avere una sezione sola sveltirebbe anche le pratiche burocratiche, ma è anche una questione di forza». In che senso? «Solo come Valdagno, contiamo oltre 1.200 soci - prosegue Bevilacqua-. Se unissimo tutte le sezioni della nostra valle arriveremmo ampiamente oltre le 3 mila unità e diventeremmo, con sei comuni, una delle realtà più ampie del territorio, considerando che la sezione di Schio e dell’Alto vicentino che ingloba una decina di comuni conta circa 4 mila soci».

Karl Zilliken

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