BEIRUT (Libano). «Tentato attentato». È questa l’accusa che le autorità militari libanesi stanno contestando a Karim Bachri, il 24enne di Trissino che da quasi sei mesi si trova agli arresti in una caserma sulle alture di Beirut, vicino al carcere di Roumieh. Il capo di imputazione, già da qualche tempo, è stato comunicato dagli inquirenti al legale che sta seguendo il caso del giovane vicentino che sarebbe entrato in contatto con un’organizzazione criminale terroristica prima delle sue due trasferte nel Paese dei Cedri. Gli investigatori, e la procura militare libanese, stanno continuando a verificare la versione che Bachri ha fornito in sede di interrogatorio. E in cui avrebbe spiegato come sono avvenuti i primi contatti con i sedicenti terroristi.