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Recoaro Terme

Il bunker-museo con le guide in divisa nazista scatena la polemica. E Zaia cancella il post

Il bunker-museo di Recoaro e il post di Zaia
Il bunker-museo di Recoaro e il post di Zaia
Il bunker-museo di Recoaro e il post di Zaia
Il bunker-museo di Recoaro e il post di Zaia

Divampa la polemica attorno al bunker-museo che si trova all'interno del compendio termale di Recoaro. Il sito - ultimo quartier generale del comandante supremo Albert Kesselring, dove nella notte del 22 aprile 1945 si decise la resa della Wehrmacht agli alleati nella Penisola - è stato recentemente riqualificato e lo scorso luglio è stato inaugurato il nuovo sistema espositivo multimediale con tanto di guide in divisa militare dell'epoca. Vale a dire in abiti nazisti.

Una scelta che in queste ore sta facendo discutere dopo che a rilanciare e pubblicizzare il bunker-museo è stato il governatore Luca Zaia attraverso un post sulla propria pagina Facebook. «La riqualificazione del bunker, terminata a inizio estate, consente al visitatore di fermare il tempo per un’esperienza storico-culturale innovativa - si legge -. Si esplorano gli ambienti del bunker attraverso visori multimediali che utilizzano la realtà virtuale, pannelli espositivi. La visita è su prenotazione e si è accompagnati da guide in divisa d’epoca della Wehrmacht». Post che è stato poi cancellato, ma che nel frattempo ha sollevato un polverone, non solo sui social.

 

LE REAZIONI. Sulla vicenda è intervenuta in primis l'Anpi del Veneto esprimendo «sconcerto nel leggere il post pubblicato nella pagina Facebook del presidente Zaia relativi all’apertura di uno spazio museale in uno dei bunker costruiti dai nazisti presso le Fonti di Recoaro Terme e che la visita guidata venga fatta da persone in divisa d’epoca della Wehrmacht». «L’intero compendio termale nell’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale fu il quartier generale di Kesselring - spiega Anpi - e questa scelta arriva proprio in coincidenza con l’8 settembre». «Nulla da eccepire se la riqualificazione del bunker fosse motivata da uno scopo di approfondimento dei terribili eventi bellici che nella nostra regione si prolungarono fino alla fine di aprile del 1945 e anche talora ai primi di maggio, in coincidenza con la ritirata delle truppe naziste - prosegue ancora Anpi - Però che la visita guidata venga fatta da persone in divisa d’epoca della Wehrmacht lascia increduli tutti coloro che, nel rispetto della storia e della nostra Costituzione, condannano nazismo e fascismo e l’occupazione nazista dell’Italia che tanti lutti ha provocato al nostro Paese». «Nella temperie che stiamo vivendo, in cui uomini politici pensano di dedicare strade e parchi a Arnaldo Mussolini o addirittura a Hitler, per non parlare di Almirante, chiediamo ai rappresentanti delle Istituzioni massimo rispetto della Costituzione su cui hanno giurato e dunque condotte chiaramente antifasciste», conclude il coordinamento regionale Anpi Veneto.

 

Interviene anche il M5s. «Le simpatie neonaziste di molti esponenti leghisti purtroppo non sono più una novità. Ma l’iniziativa culturale promossa dal governatore leghista del Veneto Luca Zaia è stupefacente quanto inaccettabile» dichiarano i componenti cinquestelle della Commissione Segre contro intolleranza, razzismo e antisemitismo: le senatrici Emma Pavanelli, Loredana Russo, Sabrina Ricciardi, Simona Nocerino, Maria Domenica Castellone e il senatore Gaspare Marinello. «Il museo realizzato nel restaurato bunker del criminale di guerra Kesselring a Recoaro, con le guide vestite con la divisa dei soldati Wermacht, tradisce un intento celebrativo e nostalgico che va ben al di là della semplice rievocazione storica. Il feldmaresciallo Albert Kesselring, che dopo l’8 settembre assunse il comando supremo di tutte le forze tedesche in Italia, è stato responsabile di innumerevoli crimini di guerra sia contro i partigiani che contro la popolazione civile italiana. Invece di usare questo spazio per ricordare i tragici fatti di quell’epoca, il museo sembra più un feticistico mausoleo o un parco a tema rivolto a un pubblico ben preciso. A nome di tutti i cittadini antifascisti del Veneto, il Movimento 5 Stelle chiede a Zaia di rivedere l’impostazione di questa iniziativa culturale».

 

ZAIA: «NON GESTISCO IO I SOCIAL, MA CI SCUSIAMO». «Tutte le attività sui profili social riguardanti la promozione del territorio sono svolte in assoluta autonomia da una apposita struttura», sulla quale il presidente Zaia «non esercita un diretto e costante controllo», ma «tutto ciò premesso, la Presidenza si scusa, a nome della struttura responsabile, con tutte le parti che si siano sentite in qualche modo ferite da questo post». Così il governatore Luca Zaia, attraverso una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale, risponde alla polemica sollevata dall’Anpi su un post comparso sulla sua pagina Facebook. «L’intento del post - precisa la nota di Zaia - non era certo quello di offendere sensibilità e memorie. Onde evitare ulteriori disagi è stato dato ordine di cancellare il post». «L’iniziativa del museo di Recoaro - prosegue - era stata segnalata dall’Associazione Terme di Recoaro alla competente Direzione della Regione la quale, a sua volta, l’aveva trasmessa alla struttura che segue i profili social. Il Presidente della Regione non ha alcuna visibilità né (ovviamente) esercita e può esercitare un diretto e costante controllo su queste materie, bensì si occupa in prima persona unicamente dei contenuti relativi ai post inerenti le attività amministrative, politiche, sanitarie, anche sulla base dei comunicati ufficiali diffusi dall’Ufficio Stampa».

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