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«I pionieri del welfare Un modello da 60 anni»

Veronica Marzotto e il tavolo istituzionale a palazzo Festari
Veronica Marzotto e il tavolo istituzionale a palazzo Festari
Veronica Marzotto e il tavolo istituzionale a palazzo Festari
Veronica Marzotto e il tavolo istituzionale a palazzo Festari

Pioniere del welfare. La realtà sociale creata nel 1959 da Gaetano Marzotto, continuando l’opera iniziata da Gaetano senior, oggi viene indicata con un termine inglese. Ma se sono cambiate le parole non c’è dubbio che il modello Fondazione Marzotto sia attuale, moderno e che la sua forza sia l’aver saputo stare al passo con i tempi. E l’obiettivo è di continuare a farlo. Questo è il regalo che la Fondazione vuol fare al territorio nel suo 60° compleanno, festeggiato ieri a palazzo Festari con autorità civili, militari e religiose. E con i valdagnesi. Tanti valdagnesi che non sono voluti mancare. Dopo il saluto del complesso Marzotto, le sale Soster e Bocchese hanno faticato a contenere tutti. A fare gli onori di casa è stata la presidente della Fondazione Veronica Marzotto con il Cda e la famiglia Marzotto al completo. Il sindaco Giancarlo Acerbi ha consegnato lo stemma cittadino alla presidente ringraziando «per i 60 anni di servizi fatti con braccia, testa e soprattutto cuore che ci hanno fatto crescere e hanno trasmesso alla città quel Dna di valori che la Fondazione continua a portare avanti». A leggere il messaggio del prefetto di Vicenza Pietro Signioriello, è stato il vicario Renata Carletti: «Il gruppo Marzotto ha assunto connotazioni sociali ben prima della nascita della Fondazione, legando da sempre l’attività industriale al benessere dei dipendenti. Siamo di fronte ad un modello di responsabilità sociale destinato a fare scuola per sempre». L’assessore regionale alla sanità e servizi sociali Manuela Lanzarin ha sottolineato i «60 anni di storia, di innovazione e di concetti su cui oggi ci stiamo confrontando senza inventare niente, perché avevano già fatto tutto loro con la città sociale e solidale». E che si voglia e si debba guardare avanti lo ha confermato la presidente Marzotto «in una città che interagisce con la Fondazione. Il welfare ha senso quando è generativo e questo oggi sta emergendo. I valdagnesi hanno un senso di appartenenza e partecipazione al territorio e ai servizi e sono una comunità viva e critica». La Fondazione ha voluto festeggiare il suo compleanno parlando non tanto di sé quanto di esperienze imprenditoriali e progetti con finalità sociale. Ad aprire la tavola rotonda “60 e poi? Quale futuro?” è stato il giornalista Gian Antonio Stella che, dopo aver ricordato Pietro Marzotto e citato il ritratto di Gaetano Marzotto di Indro Montanelli, ha passato la parola a Anna Fiscale, fondatrice e presidente del progetto Quid «che utilizzando le rimanenze di tessuto crea collezioni in edizione limitata dando un’occasione di riscatto a persone con trascorsi di fragilità». Per Marco Morganti della direzione Impact di Intesa Sanpaolo, fondatore di “Banca Prossima” «l’economia sociale è più resiliente e più sostenibile di quella del profitto. Devono essere rivisti i concetti da cui si è sempre partiti e mettere in campo strumenti e forze finanziarie nuovi». Dall’America Latina Margherita Pagani, creatrice di Impacton, ha importato «modelli sociali traducendoli in 50 progetti. Oggi qui ci troviamo di fronte ad un’eredità intellettuale e morale incredibile: una bussola per il futuro da continuare a leggere in chiave contemporanea». Cosa farebbe oggi una persona illuminata come Marzotto? A chiederselo è stato Giovanni Pavesi, dg dellUlss 8: «Nell’alta valle dell’Agno tra 10 anni il 10% della popolazione avrà più di 75 anni e vivrà sola. Marzotto direbbe che dobbiamo specializzarci altrimenti l’onda grigia ci travolgerà». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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