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Valdagno

San Quirico, ha chiuso lo storico panificio. «Un'altra serranda abbassata, rischio svuotamento»

A San Quirico un’altra serranda abbassata ha chiuso l’anno. Non una qualsiasi, ma quella dello storico panificio. L’ultimo che era rimasto nella zona nord prima di raggiungere il centro città. Sono stati in tanti a salutare la rivendita di via Fabio Filzi il giorno prima della chiusura. E facendo un giro tra i servizi superstiti si respirava un’atmosfera già nostalgica. A accompagnare il tour è stato un volto storico di San Quirico, Nereo Peserico, assessore per dieci anni ai lavori pubblici, all’urbanistica e alle attività economiche della città laniera che il “paese”, come lo chiamano qui, lo ricorda bene. Anche se di paese non si tratta, basta andare indietro di non molti anni e i servizi c’erano eccome. Oggi a guardare la piazza sono rimasti l’ultimo “casolin”, una cartolibreria-tabaccheria, l’ufficio postale aperto tre mattine a settimana, un bar, una vendita di moto e biciclette e, pochi passi più avanti, un negozio di elettrodomestici, la pizza al taglio, la farmacia e la storica cantina vinicola. Benvenuti a San Quirico. 
«Sono tanti i fattori che hanno portato all’impoverimento della frazione -ha spiegato Peserico- Dalla crisi degli stabilimenti all’avvento della grande distribuzione fino all’invecchiamento della popolazione. E poi le difficoltà legate al Covid che ha fatto venir meno tutti gli eventi organizzati dalle associazioni che giravano intorno alla parrocchia dando il colpo di grazia alla vitalità della comunità. Se un domani per qualunque motivo dovesse chiudere anche il piccolo supermercato rimarremmo senza nulla. Intanto chiude il panificio che era un punto di riferimento non solo per il centro, ma anche per tutte le contrade della zona nord». La prima tappa del giro è stata proprio la rivendita di alimentari. «Il negozio è degli abitanti, io sono solo un custode di passaggio -ha affermato il gestore Massimo Faccin- Questa bottega esiste da 50 anni e rimarrà aperta per gli oltre 2000 abitanti, servendo anche a chi è di passaggio soprattutto nella stagione estiva». Se una serranda non ha nessuna intenzione di abbassarsi, il panificio alla vigilia della chiusura è stato preso d’assalto: «Sono passati in tanti a salutarmi e li ringrazio -ha commentato Marilena Luccarda da dietro il banco con un po’ di tristezza dopo 11 anni da dipendente e 7 da titolare- Hanno fatto scorta di pane. Mi piacerebbe che l’attività continuasse a vivere nella frazione anche cambiando sede». Gaetano Soldà, delle omonime cantine vinicole aperte dal 1948, è diventato un punto di riferimento per la frazione: «Abbiamo perso anche la banca e la posta è a mezzo servizio. Per continuare a far vivere il paese servono i paesani. Devono cercare di utilizzare le attività che sono rimaste e mettersi in gioco per rivitalizzare la comunità partecipando e aiutando a organizzare le attività, oltre a creare una rete di solidarietà per chi ha bisogno come le persone anziane». Proprio di una comunità ancora comunque viva ha parlato don Antonio Zanella che si divide tra San Quirico, Maglio di Sopra e Novale con altri sacerdoti: «Nella frazione sono arrivato nel 2020 e l’impressione che ho avuto è che all’impoverimento abbia contribuito anche la chiusura della scuola elementare che ha spostato le famiglie più a valle. Cosa fare ora? Indietro non si può certo tornare. Bisogna invece capire cosa si può trovare di nuovo per far rivivere il senso di quartiere».

Veronica Molinari

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