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Corteo di 5.000 penne nere «Cuore e orgoglio dell’Italia»

La sfilata delle varie Brigate, anche questo un momento solenneUn grande tricolore alla sfilata per i novant’anni degli alpini valdagnesi. Applausi e commozione al momento del passaggio della bandiera. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATOSono stati 5.000 gli alpini che hanno sfilato a ValdagnoUn momento sempre solenne: l’onore alla bandieraGli alpini portano la bandiera durante la sfilata intersezionale
La sfilata delle varie Brigate, anche questo un momento solenneUn grande tricolore alla sfilata per i novant’anni degli alpini valdagnesi. Applausi e commozione al momento del passaggio della bandiera. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATOSono stati 5.000 gli alpini che hanno sfilato a ValdagnoUn momento sempre solenne: l’onore alla bandieraGli alpini portano la bandiera durante la sfilata intersezionale
La sfilata delle varie Brigate, anche questo un momento solenneUn grande tricolore alla sfilata per i novant’anni degli alpini valdagnesi. Applausi e commozione al momento del passaggio della bandiera. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATOSono stati 5.000 gli alpini che hanno sfilato a ValdagnoUn momento sempre solenne: l’onore alla bandieraGli alpini portano la bandiera durante la sfilata intersezionale
La sfilata delle varie Brigate, anche questo un momento solenneUn grande tricolore alla sfilata per i novant’anni degli alpini valdagnesi. Applausi e commozione al momento del passaggio della bandiera. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATOSono stati 5.000 gli alpini che hanno sfilato a ValdagnoUn momento sempre solenne: l’onore alla bandieraGli alpini portano la bandiera durante la sfilata intersezionale

Ieri Valdagno ha festeggiato i 90 anni di vita della propria sezione Ana con l’adunata intersezionale che ha portato in città 5.000 penne nere. Il percorso della sfilata, partita dal ponte della Vittoria, si è snodato tra due ali di folla lungo viale Colombo, viale Trento, via San Cristoforo, viale Regina Margherita, corso Italia, piazza Dante, Via Gaetano Marzotto, via Vittorio Emanuele Marzotto e piazza Verdi. La storia di Valdagno si lega con quella degli alpini visto che la prima caserma è sorta in quello che divenne poi il vecchio ospedale San Lorenzo in via IV Novembre. Proprio per questo la sfilata, dopo il passaggio della fanfara di Vicenza vestita con la divisa del 1893, i vessilli e i sindaci dei sette comuni della sezione, Altissimo, Recoaro, Valdagno, Cornedo, Castelgomberto, Brogliano e Trissino, è stata aperta da uno striscione che recitava: “Primissima Valdagno accolse gli alpini d’Italia..più che uomini giganti…eterni nella gloria…” A sfilare la sezione di Asiago , Bassano del Grappa, Marostica Vicenza e Valdagno e la protezione civile alpina. Tutte le sezioni sono state precedute da un complesso bandistico e dagli striscioni “Sfilano gli alpini della terra vicentina fedeli custodi dei nostri eroi” e “Per non dimenticare” con le immagini del sacrario del monte Grappa, la colonna mozza del monte Ortigara, l’ossario del Pasubio, il sacrario di Asiago e l’ossario del monte Cimone. Il presidente della sezione di Valdagno Enrico Crocco ha sottolineato: «I 90 anni sono un momento particolare e noi lo abbiamo vissuto intensamente. La protezione civile alpina ha donato ore di lavoro ai Comuni con 40 cantieri in tutta la vallata. Gli alpini sono sempre ben accolti, lasciano un dono dove vanno perché nella nostra indole sappiamo che prima ci sono i doveri e poi i diritti. La Valle dell’Agno ha onorato ed è stata parte attiva di questa tre giorni alpina». Il sindaco di Valdagno Giancarlo Acerbi osserva: «I 90 anni sono tanti, ricchi di storia e storie, persone e fatti, anche tristi per la guerra o intensi per eventi gioiosi. Gli alpini sono sempre stati accanto alla gente, in mezzo alla gente, per la gente come oggi. Ricordo situazioni difficili magari legate al maltempo ma gli alpini e la protezione civile alpina c’erano sempre. Anche per noi sindaci è bello vedervi nelle piazze. Lavorate a testa alta con passione e coraggio per il bene della comunità, gli alpini non hanno paura. Questa bellissima Italia degli alpini c’è sempre, è viva e si fa sentire, magari con qualche chilo e capello bianco in più. Un pensiero per tutti quelli che in questi anni hanno fatto un po’ di storia della nostra sezione e ci hanno lasciati, anche oggi gli alpini ricordano e non dimenticano». L’assessore alla protezione civile Gianpaolo Bottacin ha ricordato: «Gli alpini ci sono sempre, in Friuli, all’Aquila, nel Vajont e nell’ultima alluvione del 29 ottobre che ha colpito il Veneto. La protezione civile alpina è una macchina da guerra, un esercito buono che lavora per chi è in situazione di difficoltà. Si sono proposti di regalare altre giornate con cantieri per la montagna ferita. A Belluno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che la protezione civile ha dato una lezione a tutta Italia». Immancabile poi il passaggio sul ritorno alla leva. Il presidente nazionale Sebastiano Favero lo ha sottolineato: «Gli alpini e la protezione civile Ana hanno dimostrato ancora una volta la capacità, la dedizione e l’attaccamento ai nostri valori. Vogliamo pensare a un ritorno a un servizio obbligatorio di leva per i nostri giovani, solo così si garantisce un futuro e anche loro avranno una identità». Per il ministro Erika Stefani «Gli alpini sono la forza della comunità con il loro senso del dovere e delle istituzioni». Infine l’assessore regionale Elena Donazzan ha ribadito che «la leva deve essere ripristinata anche per insegnare ai giovani il rispetto delle regole». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luigi Cristina

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