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Valdagno

Cittadinanza al Duce, il Consiglio comunale la revoca all'unanimità

Benito Mussolini (Foto Archivio)
Benito Mussolini (Foto Archivio)
Benito Mussolini (Foto Archivio)
Benito Mussolini (Foto Archivio)

Benito Mussolini non sarà più cittadino onorario di Valdagno. L’altra sera in Consiglio comunale con una mozione della maggioranza, votata poi all’unanimità, si è intrapresa la strada per il ritiro dell’onorificenza concessa al Duce nel 1924 dal commissario prefettizio del Comune, Girolamo Dalle Ore, che all’epoca si era allineato alle indicazioni giunte dal prefetto di Vicenza.

Cittadinanza onoraria. Il riconoscimento a Mussolini è contenuto in una delibera del 1924 di cui si erano perse le tracce fino a quando, a ottobre dello scorso anno, lo storico Maurizio Dal Lago, componente del Gruppo storico Valle dell’Agno, ex sindaco di Valdagno e docente di liceo, l’aveva fatta riemergere creando un dibattito tra le istituzioni cittadine. Dal Lago aveva auspicato la revoca e il sindaco Giancarlo Acerbi, che non ne era a conoscenza, aveva confermato la sua intenzione di valutare la richiesta dal punto di vista normativo, portando la questione in giunta e in Consiglio.

Mozione. Nel testo della mozione presentata dalla maggioranza l’altra sera, approvata all’unanimità, si evidenzia che «il clima in cui all’epoca era maturata tale scelta non era di una decisione presa in piena libertà e che al tempo stesso nessuno avrebbe potuto prefigurare il tragico e sanguinoso epilogo di quel Ventennio». Inoltre Valdagno, «come testimoniato dalla medaglia d’argento al valore militare per la lotta partigiana, di cui la città si fregia grazie al sacrificio di tante donne e uomini Caduti per mano nazifascista, ha abbracciato e ancora abbraccia con convinzione i più alti valori di democrazia e pace ripudiando ogni forma di totalitarismo, violenza e discriminazione, disvalori dei quali Mussolini, quanto chi ancora oggi ne esalta le gesta con sentimento nostalgico, sono rappresentanti». Viene ricordato anche che «per scelta e decisione dello stesso Mussolini, l’Italia è andata incontro alle pagine più buie della sua storia recente alimentando assieme all’alleato nazista la Seconda guerra mondiale, emanando le vergognose leggi razziali, perseguitando minoranze etniche, politiche, religiose ed occupando stati sovrani e liberi».

Revoca. Infine «per storia, tradizione e azione e nel rispetto dei tanti martiri della libertà», la città di Valdagno «non può annoverare tra i suoi cittadini onorari Mussolini né può declinare minimamente sui valori fondanti della nostra costituzione e democrazia». La capogruppo del “Pd per Valdagno” Liliana Magnani ha sottolineato che «sarebbe facile dire che è semplicemente il passato e che non tutto del passato può essere cancellato. Ma ci sono azioni che valgono per quello che rappresentano e la revoca di questa cittadinanza è una di quelle cose: la cittadinanza onoraria non può considerarsi un diritto acquisito, ma deve continuare a essere un riconoscimento simbolico che non può essere in contrasto con i valori di libertà e democrazia su cui poggia la nostra comunità, tanto più se chi ne ha beneficiato ha fondato la propria azione politica sulla negazione di tali principi».

 

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Resistenza. Il sindaco Giancarlo Acerbi concorda con Magnani: «Sono passati tanti anni e su un piano ideologico e politico non possiamo far finta di niente una volta che siamo venuti a conoscenza di questa concessione che è stata data da un commissario prefettizio. È un atto doveroso anche per ribadire che Valdagno è degna della medaglia d’argento che gli è stata conferita per l’attività partigiana e si rispecchia nei valori dell’antifascismo quindi della lotta alla violenza, alla discriminazione razziale e alla antidemocrazia». Il capogruppo di minoranza Alessandro Burtini si è detto «a favore della cancellazione», ma ha obiettato che «il testo della mozione è pieno di ideologia di sinistra. Il titolo della cittadinanza onoraria non è un tabù, si può toglierla anche se per cent’anni si è dimenticata questa faccenda: bisogna interrogarsi su questo aspetto, avere coscienza che le priorità della città sono anche altre».

 

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