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Ciclopiste, nuovo piano per attraversare la città

Il tratto che scende da via Pasubio verso la ciclabile a Novale.  VE.MO.Il tratto  in via Gen. Dalla Chiesa all’incrocio con via Pedescala.  VE.MO.
Il tratto che scende da via Pasubio verso la ciclabile a Novale. VE.MO.Il tratto in via Gen. Dalla Chiesa all’incrocio con via Pedescala. VE.MO.
Il tratto che scende da via Pasubio verso la ciclabile a Novale.  VE.MO.Il tratto  in via Gen. Dalla Chiesa all’incrocio con via Pedescala.  VE.MO.
Il tratto che scende da via Pasubio verso la ciclabile a Novale. VE.MO.Il tratto in via Gen. Dalla Chiesa all’incrocio con via Pedescala. VE.MO.

Sempre più piste ciclabili verso una città green. Era rimasto in stand by durante le elezioni il masterplan dei percorsi urbani ideati per creare una rete di collegamento interna. Ora lo studio e il progetto riprendono la loro corsa per tagliare il traguardo quanto prima. E se i due attraversamenti principali a est e a ovest sono già a disposizione, alla società che sta redigendo il piano che verrà poi sottoposto ai tecnici comunali e agli assessorati spetta il compito di proporre il completamento del terzo asse che taglia a metà la città e tutti i collegamenti est-ovest. Il disegno che sta prendendo forma s’inserisce nell’aggiornamento del piano del traffico che risale ai primi anni Duemila e che all’epoca si era focalizzato sul neonato traforo Valdagno-Schio e sugli adeguamenti conseguenti. In seconda battuta un nuovo aggiornamento era arrivato tra il 2007 e il 2008, quando si era affacciata l’ipotesi dell’area commerciale in piazzale Schio poi abbandonata. «Risulta strategico studiare i percorsi ciclopedonali più efficaci che connettano all’asse principale le diverse zone della città che sorgono ai suoi lati - spiega l’ex assessore all’urbanistica Michele Cocco che ha seguito passo passo il progetto -. Questo per garantire spostamenti slow in tutta sicurezza e ambire ad una città con qualche macchina in meno e molte più bici in giro». Oggi negli uffici dell’urbanistica si è ripresa in mano la questione e con la pista ciclabile Agno-Guà che sta proseguendo verso nord Recoaro, si è iniziato ad osservare il cuore della città. «Abbiamo sempre considerato la ciclabile di valle un asse prioritario per la mobilità sostenibile e per l’attrattività turistica - commenta il sindaco Giancarlo Acerbi -. Ora che l’opera va verso il completamento con il nuovo stralcio Novale-San Quirico il focus si sposta sulle connessioni complementari». Oggi l’obiettivo è collegare i percorsi realizzati a macchia di leopardo. In particolare l’idea di qualche anno fa di far passare una ciclabile nell’asse via Sette Martiri-viale Trento è stata definitivamente accantonata, anche per sfruttare quella quasi completa che parte da via Bocchese, passa per via Generale Dalla Chiesa e termina in via Don Minzoni. Uno dei cantieri potrebbe essere il collegamento con Ponte dei Nori in modo da agganciare la pista che sale da Spagnago. Sulla planimetria in ufficio tecnico sono già disegnati i tratti mancanti che unirebbero la ciclabile lungo l’Agno con quella che dovrebbe essere completata di via Aldo Moro a ovest. A nord da piazza Dante pedalando in sicurezza si potrà arrivare, attraverso via Gaetano Marzotto, fino al viale dei Lanifici oppure imboccare via Vittorio Emanuele Marzotto e dopo il ponte della Libertà ricollegarsi alla Agno-Guà. A sud spunta un’altra “via dell’acqua”, un percorso lungo il torrente Rio facendo proseguire il tracciato di via Zara già esistente in via Bengasi fino alla campagna Festari. «Un progetto che avrebbe ripercussioni positive sul traffico veicolare e di conseguenza sull’ambiente», conclude Cocco. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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