<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Chiesta l’autopsia sull’operaio ucciso dalla trave

I carabinieri alla Gp di Piazzon di Valdagno nell’immediatezza dell’infortunio mortale di martedì
I carabinieri alla Gp di Piazzon di Valdagno nell’immediatezza dell’infortunio mortale di martedì
I carabinieri alla Gp di Piazzon di Valdagno nell’immediatezza dell’infortunio mortale di martedì
I carabinieri alla Gp di Piazzon di Valdagno nell’immediatezza dell’infortunio mortale di martedì

Questo è il tempo del dolore e delle tante domande che attendono di trovare risposta, almeno dal punto di vista giudiziario. Non è ancora stata fissata la data del funerale di Maurizio Bovo, l’operaio di 57 anni deceduto martedì mattina in un infortunio sul lavoro all’interno della Gp di Piazzon srl, l’azienda in via Gasdotto nella zona industriale di Valdagno per cui lavorava. Il nulla osta per la sepoltura non è ancora arrivato: la salma è stata composta nelle celle mortuarie dell’ospedale, a disposizione della magistratura - che dovrà chiarire cause ed eventuali responsabilità della tragedia - e in attesa dell’autopsia. La scomparsa dell’operaio ha destato cordoglio in tutta la città. Distrutti dal dolore la moglie Monica Bruttomesso e i due figli con cui abitava, accanto alla mamma, a Cerealto. La sorella Laura lo ricorda come «una persona solare, sempre pronto alla battuta, disponibile. Legatissimo alla moglie ed ai figli. Era tutto casa e lavoro. Il tempo libero a disposizione lo dedicava coltivando un terreno di proprietà. Non aveva altre passioni se non quella della famiglia. Aveva iniziato a lavorare giovanissimo, non vedeva l’ora di andare in pensione, ormai vicina, per potersi godere un po’ la vita. Lo avrebbe meritato. Purtroppo non è stato così». La disgrazia si è consumata poco dopo le 10.30 di martedì nella carpenteria metallica. All’interno dell’azienda, fondata da Giamberto Piazzon e poi passata nelle mani del figlio Mario, si stava movimentando un trave metallica del peso di 9 quintali con un carroponte. Per cause in corso di accertamento da parte dello Spisal, che si occupa delle indagini, intervenuto assieme ai carabinieri di Valdagno, la trave si sarebbe staccata dalla gru mobile precipitando al suolo e investendo il 57enne. Il colpo tremendo non gli ha lasciato scampo. I colleghi si sono subito precipitati a soccorrerlo ed hanno allertato il 118 che a sua volta, oltre ad inviare una lettiga, ha allertato l’elisoccorso. Il personale del Suem giunto in ambulanza non ha potuto far altro che constatare il decesso. Anche l’elicottero è risultato inutile e si è rialzato in volo. Ora la procura vaglierà il verbale dello Spisal e valuterà eventuali profili di presunta responsabilità rispetto all’ipotesi di omicidio colposo. L’inchiesta dovrà chiarire per quale motivo quella trave sia finita sull’operaio, uccidendolo. Ieri l’unica voce che si è alzata sul mortale infortunio in fabbrica dal fronte sindacale è stata quella dell’Ugl che «esprime il suo cordoglio alla famiglia dell’operaio di 57 anni, colpito e ucciso da una trave di acciaio. Una ennesima tragedia che si doveva evitare». Queste le parole in una nota di Paolo Capone, segretario generale dell’Unione Generale del Lavoro. «Occorre puntare su una maggiore cultura della sicurezza nei posti di lavoro e più formazione per i dipendenti». Il Vicentino, secondo i dati del primo trimestre dell’anno, detiene il triste record veneto di morti bianche, con 8 casi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

Suggerimenti