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Caso rifiuti in Spv «Troppi ritardi nello smaltimento»

Le ruspe in azione
Le ruspe in azione
Le ruspe in azione
Le ruspe in azione

Il Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa ha preso posizione, in un comunicato, sulla questione rifiuti rivenuti nelle aree di cantiere e ricorda come in zona già sia sentito il problema Pfas. «Quello che preoccupa di più - dice fra l’altro la nota - è il tempo trascorso tra il rinvenimento e lo smaltimento, quattro anni in cui può essere accaduto di tutto e possono essere stato aggiunto al miscuglio qualunque cosa. In pratica si è passati da un rifiuto non pericoloso nel 2015 così a vista, a uno cancerogeno e pericoloso per la salute nel 2017». «È una questione non indifferente e con risvolti gravi, soprattutto se non si mostrano le carte. La definizione del codice è compito del produttore o del gestore del cantiere, che si attiva in coordinamento con Arpav. Si vuole far apparire uno stop di 4 anni nel trattamento del materiale sversato, come normale. Viene citato il decreto commissariale n. 61 del 6 aprile 2016, senza fornire però quello che Sis impone agli espropriati negli accordi di acquisizione delle proprietà: vale adire la matrice suolo, cioè l’atto tecnico citato in ogni contratto di accordo bonario con gli espropriati e posto a carico loro in caso di rinvenimento di rifiuti». Il comunicato termina con degli interrogativi sullo smaltimento e sui costi dell’operazione. «È lecito chiedersi perché per smaltire 5 mq di amianto si devono rimuovere 270 mc di terreno? Perché si decuplicano le spese di smaltimento all’inverosimile per questo sito? Noi crediamo che sia il caso di interrogarci se non ci sia dell’altro». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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