<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Trissino

Caso Pfas
La Miteni
si difende

L'azienda Miteni a Trissino
L'azienda Miteni a Trissino
L'azienda Miteni a Trissino
L'azienda Miteni a Trissino

TRISSINO. La Miteni di Trissino ha chiesto di entrare in possesso delle relazioni del Noe di Treviso i cui contenuti hanno nei giorni scorsi rinfocolato le polemiche circa l’inquinamento da Pfas nelle acque dell’area. Lo ha annunciato oggi l’ad di Miteni Antonio Nardone nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’azienda vicentina «che rimane una risorsa - ha detto - e non un problema».

 

«Leggo - ha indicato Nardone - che ci sarebbero fonti inquinanti sepolte a tre o quattro metri di profondità e viene raccomandato di fare ricerche fino a 10 metri. Noi in collaborazione con gli enti, e ovviamente a nostre spese, abbiamo fatto 70 prelievi, nello stabilimento in punti stabiliti insieme all’Arpav, sino a una profondità di 30 metri, arrivando alla falda. Da queste ricerche sui terreni non è emerso nessun valore fuori norma e nel giro di qualche giorno pubblicheremo nel nostro sito i risultati, uno per uno, di queste analisi».

«Degli studi fatti sui terreni prima dell’ingresso dell’attuale proprietà - ha precisato l’ad - nè io, nè la proprietà nè i manager che lavorano in questa azienda ne sapevamo nulla. E nemmeno adesso ne sappiamo nulla, nei nostri archivi qui a Trissino non c’è niente».

 

Nardone, che ricopre il ruolo di ad da poco più di un anno, si è poi soffermato sulle responsabilità, che potrebbe essere collegate al passato. «Quando il gruppo Icig - ha aggiunto - ha comprato da Mitsubishi nel 2009 questo stabilimento ha avuto garanzie scritte del rispetto di tutte le norme ambientali. Nel 2013 quando abbiamo fatto i rilevamenti nello stabilimento per ottenere la rigorosa certificazione ambientale, che abbiamo ottenuto, abbiamo rilevato la presenza di alcuni inquinanti non tabellati, cioè non soggetti ad essere denunciati agli enti. Li abbiamo denunciati lo stesso, abbiamo informato le autorità, esiste la lettera. Ed è da lì che è partita l’indagine del Cnr e poi gli approfondimenti dell’istituto superiore di sanità e tutto quello che stiamo vivendo oggi. La denuncia della presenza dei Pfas l’abbiamo fatta noi senza esservi obbligati. E siamo partiti subito con le bonifiche prima ancora che ci venisse chiesto». «Stiamo bonificando i terreni e la falda - ha concluso Nardone - su indicazione e insieme a Procura, al Noe e Arpav, che sono qui tutti i giorni e a cui diamo tutta la nostra collaborazione per fare ogni accertamento. Questa azienda è un gioiello della ricerca nel campo dei fluorurati, di cui il territorio dovrebbe essere orgoglioso. Miteni è una risorsa non un problema».

Suggerimenti