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Il caso

Benito Mussolini cittadino onorario di Valdagno dal 1924. Ora si chiede la revoca

Nel 1924 il commissario prefettizio Girolamo Dalle Ore conferì la cittadinanza a Benito Mussolini. (Foto Archivio)
Nel 1924 il commissario prefettizio Girolamo Dalle Ore conferì la cittadinanza a Benito Mussolini. (Foto Archivio)
Nel 1924 il commissario prefettizio Girolamo Dalle Ore conferì la cittadinanza a Benito Mussolini. (Foto Archivio)
Nel 1924 il commissario prefettizio Girolamo Dalle Ore conferì la cittadinanza a Benito Mussolini. (Foto Archivio)

«A Benito Mussolini nel 1924 fu concessa dal Comune di Valdagno la cittadinanza onoraria. Mi auguro che venga revocata». È un post su Facebook di Maurizio Dal Lago, ex sindaco di Valdagno e docente di liceo, componente del Gruppo storico Valle dell’Agno, a raccontare un pezzo di storia locale e a scatenare un immediato dibattito in rete. La sua scoperta, dopo ricerche d’archivio, risale a qualche tempo fa, ma «in questi giorni è tornata d’attualità - ha dichiarato - dopo l’assalto alla sede Cgil di Roma e i rigurgiti fascisti degli ultimi tempi. Lo scopo che mi ero prefissato, quello di avviare una discussione, l’ho ottenuto».

 

LA CITTADINANZA. La questione infatti ha subito trovato dialogo sulle pagine dei social. Ed è destinata a trovare eco ben al di fuori dai confini valdagnesi visto che sembra riguardare perlomeno tutti i Comuni vicentini se non addirittura d’Italia. Dal Lago dice di essersi imbattuto in questa delibera «alcuni anni fa», e di «averla riportata nel libro “Valdagno e i Marzotto” pubblicato nel 2009 in cui ho ricostruito, in termini locali, il periodo 1919-1930. Gli avvenimenti degli ultimi tempi mi hanno convinto a rispolverarla, anche perché non molto tempo fa ho letto la notizia che il Comune di Adria ha revocato la cittadinanza a Mussolini. Quindi, mi sono detto, forse è opportuno far conoscere come e perché è stata data la cittadinanza onoraria a Mussolini».

 

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LA RICERCA. Come conferma Dal Lago nel maggio del 1924, nell’imminenza dell’anniversario dell’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, l’avvocato Antonio Franceschini, sindaco di Vicenza e presidente della Federazione degli enti autarchici provinciali - prima era stato consigliere comunale di Valdagno e avvocato dei Marzottini - propose ai colleghi di conferire a Mussolini la cittadinanza onoraria di ciascun Comune. Più che un invito, visto da dove arrivava, era un ordine. Le delibere dovevano essere inviate telegraficamente al Capo del Governo entro la mattina del 24 maggio. «Da ricordare - spiega - che pochi mesi prima i fascisti avevano vinto elezioni politiche con la legge Acerbo e quindi volevano festeggiare l’evento concedendo la cittadinanza onoraria al Duce». 

 

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IL PROVVEDIMENTO. L’allora commissario prefettizio del Comune di Valdagno, ing. Girolamo Dalle Ore, «provvide a stendere il seguente provvedimento: “La figura di Benito Mussolini è di tale levatura che non ha bisogno d’illustrazione per essere esaltata. Ma è con sincero entusiasmo che Valdagno si associa al plebiscito di amore e di fede che i Comuni italiani vogliono tributargli nella fatidica ricorrenza. Sicuro di avere consenziente la grande maggioranza della popolazione il Commissario Prefettizio delibera: di conferire la cittadinanza onoraria del Comune di Valdagno a Benito Mussolini; di inviargli il seguente telegramma: Per il gran Bene che avete fatto e che farete ancora all'Italia e agli Italiani, Valdagno Vi ama e Vi proclama suo cittadino onorario. Sono sicuro interprete del riconoscente amore della mia Città per il magico suscitator delle virtù Italiche”».

 

RICHIESTA DI REVOCA. «Mi auguro che tale provvedimento venga revocato», dice Dal Lago, che precisa: «Quando ero sindaco non ne ero a conoscenza. Non è che si voglia cancellare cosa è accaduto in passato, ma riportare in discussione ciò che è stato fatto, quindi non si dimentica e non si cancella. Qualche anno fa, è stato proposto dai famigliari di quei soldati che durante la Grande Guerra furono fucilati per decimazione, ed erano stati cancellati dagli elenchi dei caduti, che fossero reintegrati. Come è giusto restituire l’onore a questi ultimi, credo sia altrettanto giusto togliere un’onorificenza a chi ha procurato così tanti lutti all’Italia».

 

LE CONDIVISIONI. Tra le reazioni social, condividono l’opportunità della revoca l’ex deputata del Pds Mariangela Gritta Grainer: «Non lo sapevo. Revocare subito, sono d’accordo»; l’ex assessore e ora dirigente d’istituto Maria Cristina Benetti: «Il fatto che il Comune di Adria abbia revocato sarà utile ai nostri amministratori»; e il docente universitario di Storia economica e dell’impresa, il valdagnese Giorgio Roverato: «Che il sindaco provveda subito, se non altro in memoria delle formazioni partigiane che valorosamente operarono nella nostra vallata».

 

Giorgio Zordan

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