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Cornedo Vicentino

Arrestato per errore, si è fatto sette mesi di carcere. Ma ora nessuno lo risarcisce

Era presente sul luogo della rapina anche se non vi prese parte, e non impedì che il bandito la portasse a termine: non gli spetta l’indennizzo.

Sette mesi in galera da innocente, ma non ha diritto ad alcun risarcimento. È la vicenda, per certi versi surreale, di un giovane di Cornedo che è stato sì assolto con formula piena da una rapina che non ha commesso, ma che si è visto anche respingere in via definitiva la richiesta di equo indennizzo. La sua colpa fu di avere assistito a un pestaggio trasformatosi in rapina e di essere stato scambiato, in buona fede, da un testimone come il palo; e di non essere intervenuto per fermare l’agguato. 

I fatti

Quel giorno - era il 23 febbraio 2018 - Andrea Stefano Longo, 32 anni, era assieme ad un bassanese noto alle cronache (che è deceduto di recente) che aggredì senza motivo Giovanni P. perché riteneva che quest’ultimo lo seguisse e poi gli aveva sfilato dal portafoglio 20 euro: ecco la rapina. Per la quale il bassanese è stato condannato a 4 anni di reclusione. «È una vicenda che ha anche varie sfaccettature sociali, oltre che un’ipotesi d’accusa che non stava in piedi sul piano giuridico perché Longo non aveva minimamente immaginato quello che stava per succedere», spiegò l’avvocato Silvia De Biasi, che difendeva il cornedese e che ottenne l’assoluzione con formula piena.

Quella notte verso le 23.30 succede che il bassanese, conosciuto dagli investigatori come tossicodipendente, era in compagnia di Longo. Secondo la ricostruzione della procura, i due dopo avere individuato la vittima da depredare che stava tornando a casa a piedi, la immobilizzarono, la spinsero a terra e la picchiarono brutalmente, rapinandogli 20 euro. In realtà l’aggressore era sotto l’effetto degli stupefacenti e, in preda a un’allucinazione, riteneva che lo sfortunato Giovanni lo stesse seguendo. Mentre il ragazzo stava semplicemente tornando a casa. Perciò all’improvviso e in preda a un raptus si era scagliato contro di lui, immobilizzandolo e picchiandolo. Longo aveva assistito in disparte e non intervenne, anzi si allontanò. Ma poi venne fermato e arrestato, e rimase 7 mesi in carcere da innocente, visto che fu assolto per non avere commesso il fatto.

Richiesta di rimborso respinta

A quel punto la difesa del cornedese si era rivolta alla Corte d’Appello per ottenere un rimborso per l’ingiusta detenzione, ma i giudici lagunari nel gennaio 2021 hanno respinto la richiesta. E quel “no” è ora definitivo dopo la sentenza della quarta sezione penale della Cassazione presieduta da Piccialli. Perché? I giudici hanno rimarcato come Longo avesse prima chiesto all’aggredito se li stava seguendo; poi si disinteressò delle botte che stava prendendo la vittima. Pertanto, il suo comportamento denota «una grave violazione di doveri di solidarietà sociale», perché non ha aiutato il povero Giovanni, e «non aveva preso iniziative per far desistere l’amico dall’aggressione». 
Pertanto, il cornedese deve sì essere assolto, perché non ha rapinato nessuno, ma non ha diritto a ristori.  

Diego Neri

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