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Nogarole

Arrestato il ladro
ferito da Ermes:
è di nuovo libero

Ermes Mattielli e, nel riquadro, i due arrestati: Cris Caris e il padre Enzo
Ermes Mattielli e, nel riquadro, i due arrestati: Cris Caris e il padre Enzo
Ermes Mattielli e, nel riquadro, i due arrestati: Cris Caris e il padre Enzo
Ermes Mattielli e, nel riquadro, i due arrestati: Cris Caris e il padre Enzo

NOGAROLE. La battuta, cinica finchè si vuole, è sulla bocca di tutti ad Arsiero: “Chi non muore si rivede”. Cris Caris, il nomade scampato il lontano 13 giugno del 2006 alla raffica di colpi di pistola esplosi da Ermes Mattielli, è stato arrestato domenica sera dai carabinieri della compagnia di Valdagno subito dopo aver commesso un furto in una villetta tra i boschi di Nogarole. Con lui, oggi 31enne, è finito in manette il padre Enzo Caris, di 56 anni. Sono sospettati di essere gli autori dei numerosi furti nelle case di montagna registrati negli ultimi mesi tra le valli dell’Agno e del Chiampo. Ieri sono tornati in libertà, ma in attesa del processo non potranno allontanarsi da Santorso, dove risiedono in un campo in via Casa Celeste.

FURTI IN BAITA. Le indagini sono partite dalle segnalazioni di alcuni cittadini di Recoaro, che avevano notato una Fiat Panda rossa 4x4 aggirarsi per le contrade. L’auto risultava intestata ai Caris, rom di origini friulane che da anni stazionano a Santorso, conosciuti alle forze dell’ordine. Gli uomini del capitano Mauro Maronese e del maresciallo Simone Peregrino hanno deciso di seguire con attenzione i movimenti dei due sospettati. Dopo una decina di giorni di calma, domenica i Caris sono tornati in valle. La Panda è stata seguita a debita distanza lungo le strade di Recoaro, Valdagno e Trissino, dove ha imboccato la Provinciale 38 “Selva” in direzione di Nogarole. La vecchia utilitaria è stata parcheggiata lungo la strada e i due si sono inoltrati per un sentiero. Hanno divelto la recinzione di una villetta in via Pela, di proprietà di un imprenditore trissinese, e sono entrati nel garage dopo aver forzato il lucchetto, forse con un piccone. Qui hanno trovato una motofalciatrice poi caricata nella Panda.

L’ARRESTO. Dopo il furto i due si sono allontanati in direzione di Trissino, ma sono stati fermati dai carabinieri che avevano allestito un posto di blocco a Spagnago. Oltre alla macchina per lo sfalcio, nella perquisizione sono spuntati diversi arnesi da scasso (tenaglie, guanti, torcie elettriche, cacciaviti, un piccone, grimaldelli). È stato rintracciato il proprietario della villetta, che ha confermato che il materiale era stato portato via dal suo deposito. Per i due è scattato l’arresto in flagranza. Sono stati portati in cella, mentre l’auto e gli attrezzi sono stati messi sotto sequestro.

IL PROCESSO. Per Enzo e Cris Caris ieri mattina era previsto il processo per direttissima in tribunale a Vicenza davanti al giudice Deborah De Stefano. Il loro difensore di fiducia, l’avv. Andrea Massalin, ha rinunciato all’incarico ed è stato nominato d’ufficio l’avvocato Nicola Guerra, che ha chiesto i termini a difesa per studiare gli atti. Nel frattempo padre e figlio sono stati sottoposti all’obbligo di dimora; il pm Giovanni Parolin aveva chiesto la custodia cautelare per il più giovane, ma il giudice ha ritenuto che non vi fossero i presupposti per mandarlo in carcere. Dei due rom feriti da Mattielli durante il tentativo di furto ad Arsiero quasi dieci anni fa, Caris è quello che se la cavò con le lesioni meno gravi, anche se aveva ricevuto nove proiettili, pure al torace. Assieme al complice Blu Helt, uscito malconcio dalla sparatoria, per quel tentato omicidio Caris si era visto riconoscere un risarcimento di 135 mila euro, annullato dopo la morte di Mattielli. Potrebbe decidere di rivalersi sull’eredità, ma pare abbia preferito tornare al vecchio “lavoro”.

Paolo Mutterle

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