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Ambiente e sanità Il Comune apre alla partecipazione

L’ospedale San Lorenzo: una delle commissioni sarà sulla sanità
L’ospedale San Lorenzo: una delle commissioni sarà sulla sanità
L’ospedale San Lorenzo: una delle commissioni sarà sulla sanità
L’ospedale San Lorenzo: una delle commissioni sarà sulla sanità

L’amministrazione Acerbi gioca la carta della partecipazione: coinvolgere i cittadini non eletti nei grandi temi della città, dalla sanità all’ambiente. In quale forma, consulte o commissioni, lo deciderà a fine estate, dopo il lavoro che sta portando avanti il presidente del Consiglio Michele Vencato, con il segretario comunale Giuseppe Lavedini e il vice Francesca Giro. Si andrà verso gruppi di lavoro informali o con criteri di nomina ben precisi e iter di consultazioni stabiliti dal regolamento comunale? Se la parola d’ordine che il sindaco Giancarlo Acerbi si è dato è partecipazione, ora il dilemma è quale veste dovranno indossare queste squadre che affiancheranno la Giunta e il Consiglio nei prossimi 5 anni. «L’obiettivo è di non disperdere tutte le energie positive che si sono dimostrate disponibili in campagna elettorale anche dalla parte opposta - spiega Acerbi -. La costituzione di questi gruppi di lavoro permetterebbe di far partecipare alla vita amministrativa chi non è stato eletto. Sarebbe importante creare dei collegamenti formali per tanti settori, ad esempio la sanità, il sociale, la scuola, la cultura o lo sviluppo economico». A dover sbrogliare la matassa sarà chi le ossa se le è fatte sul campo. Era il 2004 quando Vencato, allora venticinquenne, si è trovato alla guida della neonata Agorà dei giovani, un organismo di rappresentanza politica, apartitico, finanziato dalla Regione che dava voce ai ragazzi valdagnesi. Il progetto, che serviva come collegamento con l’amministrazione, si è spento poco tempo dopo l’uscita di scena di Vencato che si era candidato per il secondo mandato di Alberto Neri ed era diventato assessore proprio alle politiche giovanili. «Stiamo studiando quale forma giuridica scegliere - afferma il presidente del Consiglio -. Le consulte non sono istituzionali e, per questo, hanno in un certo senso più libertà di manovra. Le commissioni, invece, viaggiano in binari stabiliti dal regolamento comunale. Sicuramente per certe materie sarei più propenso a istituzionalizzare il lavoro non solo per facilitare chi ne farà parte, ad esempio con la possibilità di riunirsi nelle sale del Municipio, ma anche per riconoscere la giusta dignità all’impegno che sarà profuso». La strada delle commissioni è quasi certa per ambiente e sanità, mentre si profila una consulta delle comunità. «L’idea di una consulta è nata per avvicinare gli stranieri alla vita amministrativa - aggiunge Vencato -. Adottando questa forma giuridica è possibile che le comunità presenti in città eleggano i propri rappresentanti. Nel percorso di questa legislatura l’obiettivo è che prendano piena coscienza dei loro diritti e dei loro doveri». Un altro fronte è quello dei giovani: «Lì esiste un gruppo molto attivo anche se informale. Credo che sarebbe opportuno dotarli di un budget per organizzare attività ed eventi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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