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A lezione dagli anziani Emozioni in un “libro”

Il trenino con cui gli alunni hanno salutato gli anziani ospiti.  CARIOLATO
Il trenino con cui gli alunni hanno salutato gli anziani ospiti. CARIOLATO
Il trenino con cui gli alunni hanno salutato gli anziani ospiti.  CARIOLATO
Il trenino con cui gli alunni hanno salutato gli anziani ospiti. CARIOLATO

Ora sono in vacanza, ma ci sono ancora alunni, che passando lungo la via Fontanelle nel centro storico del capoluogo indicano ai genitori la casa di riposo: «Lì abbiamo trascorso verso la fine dell’anno scolastico le ore - aggiungono – forse, le più importanti, ricche di umanità e di fascino, dove gli insegnanti sono stati gli anziani». Un progetto didattico ideato dalle assistenti Silvia Trecco e Giada Peretto e subito accolto dalle docenti della scuola media Fogazzaro, che avrà senz’altro un seguito visto che gli anziani hanno salutato i ragazzi l’ultimo giorno con un caloroso invito: «Ci sono ancora tanti ricordi, vi aspettiamo, venite a trovarci», ripagato da un allegro trenino, che ha creato l’atmosfera del “tutti ragazzi”. I racconti sono stati riportati in un quadernone, che fa bella figura nell’atrio della casa. Gli anziani hanno delineato tratti di vita, commoventi, che celano una soffusa ed umana sofferenza di anni difficili. Non mancano le raccomandazioni, cariche di spontaneità, immediatezza e attualita: «Dovete studiare per capire la differenza fra bene e male; quando sarete grandi scegliete le compagnie giuste. Chi, come noi, ha conosciuto la guerra sa quanto sia importante vivere in pace». I ragazzi hanno annotato gli scorci di vita durante le mattinate trascorse alla casa di riposo: «Quando siamo arrivati ci sentivamo un po’ spaesati - hanno scritto nel quadernone -, perché non eravamo abituati a vedere tante persone in sedia a rotelle. Poi ci siamo seduti vicino e ci avete emozionato con il vostro sorriso, con la vostra voce calma e lenta. Ci avete insegnato come affrontare i momenti duri con il sorriso e a fare i lavori con impegno e dedizione. Ci ha impressionato il modo con cui avete raccontato gli anni pieni di paura della guerra. Ma anche senza la guerra, la vita era molto dura. Non c’è paragone con la nostra. Al mattino siamo a scuola, poi facciamo i compiti e giochiamo con i telefonini; qualche sera usciamo con gli amici. Una volta, si andava sì e no fino alla terza elementare; sempre a piedi; spesso si lavorava con i genitori nei campi, qualcuna in filanda; si giocava con le bambole di stoffa. D’inverno tutti a filò, come adesso andare al cinema». Questo e tanto ancora: c’è bisogno di una nuova puntata. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

A.C.

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