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Recoaro

A cima Sisilla
c'è un morto
ogni anno

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Una veduta della Sisilla, sulle Piccole Dolomiti
Una veduta della Sisilla, sulle Piccole Dolomiti
Una veduta della Sisilla, sulle Piccole Dolomiti
Una veduta della Sisilla, sulle Piccole Dolomiti

«Il sentiero che porta alla Sisilla va reso sicuro. È pericoloso, servono interventi rapidi». È l’allarme lanciato da guide alpine, alpinisti, presidenti del Cai e responsabili del soccorso alpino dopo l’ennesima disgrazia. Quella accaduta domenica scorsa quando Carlo Lupinacci, modenese di 64 anni, è morto, forse a causa di un malore, mentre scendeva dalla vetta poco sotto il tratto con la catena metallica. Ma l’elenco è lungo.

 

Tante le vittime, ma il il sentiero è rimasto com’era. «Deve essere accatastato e preso in manutenzione da qualcuno, possibilmente una sezione del Cai», commentano gruppi e associazioni che hanno lanciato l’allarme. L’amministrazione comunale che sarà eletta il prossimo settembre dovrà affrontare in maniera risolutiva la questione. Ha le idee chiare la guida alpina Gianni Bisson che ha realizzato con l’ingegner Imerio Tovo della Comunità montana «un progetto che punta a mettere in sicurezza il sentiero che fino ad oggi non è di nessuno: né del Cai, né di altre associazioni». È prevista la costruzione di una vera e propria ferrata ad anello con una parte per la salita ed un’altra per la discesa. Fino al cosiddetto caposaldo, vale a dire il punto dove è stata recuperata una postazione della Grande Guerra, il sentiero è in buone condizioni: poi bisognerà intervenire con la ferrata vera e propria.

 

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