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Violentava la moglie, sconterà 4 anni

Il marito violento è stato accompagnato dagli investigatori in carcere dove sconterà la pena di 4 anni
Il marito violento è stato accompagnato dagli investigatori in carcere dove sconterà la pena di 4 anni
Il marito violento è stato accompagnato dagli investigatori in carcere dove sconterà la pena di 4 anni
Il marito violento è stato accompagnato dagli investigatori in carcere dove sconterà la pena di 4 anni

La giustizia gli ha presentato il conto per aver reso un inferno la vita della moglie. L.Z. (le iniziali sono a tutela della vittima, che altrimenti sarebbe identificabile), artigiano di 65 anni, residente a Thiene, ieri mattina è stato rintracciato e arrestato dagli investigatori della squadra mobile su ordine di carcerazione emesso dalla corte d’Appello. L’artigiano dovrà scontare una condanna a 4 anni di reclusione, diventata definitiva dopo il pronunciamento della corte di Cassazione. L’INCUBO. Stupri e botte erano cominciati nel 2004 ed erano durati fino all’autunno del 2011. L.Z. ha costretto l’allora coniuge, che oggi ha 44 anni, a subire rapporti sessuali contro la sua volontà e l’ha picchiata brutalmente in numerose occasioni. A tutto questo si aggiungevano umiliazioni e minacce: “te la faccio pagare”, “ti ammazzo”. Un’escalation di violenza che era terminata solamente quando la vittima, aiutata da qualche familiare, aveva trovato il coraggio di chiedere aiuto ai carabinieri. A quel punto, lei se ne era andata da casa e sarebbero cominciati gli atti persecutori fino a quando il giudice aveva ordinato al marito di lasciare in pace la donna. IL PROCESSO. Al termine delle indagini la procura aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio dell’imputato. Che, difeso dall’avvocato Chiara Bellini, ha sempre protestato la propria innocenza. L.Z. aveva affermato in aula che la moglie beveva e che le sue parole erano il frutto di ripicche. «Non l’ho mai violentata, quando facevamo l’amore era consenziente, non capisco perché dica queste cose», si era difeso. La vittima, invece, aveva ribadito le proprie accuse anche in tribunale, dove era scoppiata in lacrime. Il processo si era concluso nel 2014 con una sentenza di condanna: all’imputato erano stati inflitti 6 anni e 2 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori. Il collegio aveva inoltre liquidato alla vittima, costituitasi parte civile durante il processo, 50 mila euro di provvisionale. L’APPELLO. Nel 2017 la vicenda era finita davanti ai giudici della corte d’Appello di Venezia. Durante il processo di secondo grado c’era stato un colpo di scena: la donna aveva ritrattato e chiesto di non ottenere alcun risarcimento. Aveva negato gli stupri e spiegato che in casa c’erano stati litigi frequenti e molto accesi, durante i quali il marito l’aveva presa a botte, ma mai violentata. Secondo i giudici, però, i fatti erano stati comunque provati. La corte aveva ridotto la pena, condannando a 4 anni l’imputato. Che era stato invece assolto dall’accusa stalking. IL CARCERE. La difesa aveva presentato ricorso pure contro la sentenza d’Appello, che la Suprema corte ha respinto all’inizio di marzo. È stato quindi emesso un ordine di carcerazione, perché il pronunciamento ha reso definitiva la condanna. I detective della squadra mobile, guidati dal vice questore Lorenzo Ortensi, hanno individuato L.Z. nella tarda mattinata di ieri. A quel punto, il pregiudicato è stato prima portato negli uffici della questura di viale Mazzini e poi accompagnato al carcere “Del Papa” a San Pio X, dove pagherà il suo debito con la giustizia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

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