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«Un Ufo a scuola»
Scoperta la foto
dopo sessant’anni

Vecchiato, De Rossi e Pasin e lo scherzo dell’Ufo a scuola. MA.BI.Comizio della Democrazia Cristiana con Rumor e Treu. MA.BI.L’archivio dell'associazione InfoChiuppano.it/CiupanProject. CISCATO
Vecchiato, De Rossi e Pasin e lo scherzo dell’Ufo a scuola. MA.BI.Comizio della Democrazia Cristiana con Rumor e Treu. MA.BI.L’archivio dell'associazione InfoChiuppano.it/CiupanProject. CISCATO
Vecchiato, De Rossi e Pasin e lo scherzo dell’Ufo a scuola. MA.BI.Comizio della Democrazia Cristiana con Rumor e Treu. MA.BI.L’archivio dell'associazione InfoChiuppano.it/CiupanProject. CISCATO
Vecchiato, De Rossi e Pasin e lo scherzo dell’Ufo a scuola. MA.BI.Comizio della Democrazia Cristiana con Rumor e Treu. MA.BI.L’archivio dell'associazione InfoChiuppano.it/CiupanProject. CISCATO

Più di 7.500 foto scansionate, mille immagini catalogate, tremila ore di lavoro in quattro anni durante i quali sono stati impegnati complessivamente una ventina di volontari.

Sono i numeri dell’Archivio fotografico di Chiuppano, un contenitore digitale di tradizioni e storie legate al passato del paese che dalla prossima settimana verrà finalmente messo online. Questo lavoro certosino di archiviazione, che con pazienza e lavoro assiduo è stato realizzato dall’associazione InfoChiuppano.it/CiupanProject, verrà presentato alle 20.30 di giovedì 21 settembre all’interno di palazzo Colere, nell’ambito della rassegna “Settembre Chiuppanese”.

«La nostra associazione ha lavorato per creare un archivio storico di foto su Chiuppano, molte delle quali inedite, riguardanti prevalentemente il periodo che va dagli anni ’60 agli anni ’90, con gli scatti più datati che risalgono agli anni ’30», spiegano alcuni componenti dell’associazione, Davide De Bacco, Mattia Dal Santo, Arianna Ferretto, Camilla De Marzi e il presidente Paolo Ranzolin.

«Grazie alla collaborazione e alla disponibilità degli “storici” fotografi chiuppanesi, i fratelli Pierantonio e Corrado Giacomello, siamo riusciti - spiegano ancora - a recuperare migliaia di negativi poi digitalizzati in bassa risoluzione e che ora stiamo scansionando ad una qualità maggiore. Di pari passo procediamo con il delicato lavoro di catalogazione, spinti dalla convinzione che quest’opera possa fornire un valore aggiunto a Chiuppano incrementandone il patrimonio storico e culturale. La signora Nadia Tribbia e la sua memoria ci aiutano a raccogliere le informazioni che poi impieghiamo per procedere con la compilazione dei 33 campi, da quelli tecnici come ad esempio il formato dell’immagine alle informazioni di carattere storico con cui viene descritta la foto».

Oltre che dai fotografi, i negativi sono stati forniti da una quindicina di privati della zona, con oltre 20 persone che hanno già aderito all’iniziativa “Adotta una foto” con cui viene parzialmente finanziata la scansione. «Con il nostro lavoro sono emerse tante storie: ad esempio quella di una signora friulana originaria di Chiuppano che ha trovato tra le nostre scansioni l’unica foto scattata a suo fratello, morto in giovane età», aggiungono.

Nell’archivio ci si può imbattere in immagini che raccontano il passato del paese sia dal punto di vista della quotidianità, che da quello degli eventi di rilievo «come, ad esempio, il comizio della Democrazia Cristiana, le sfilate di carnevale o lo scherzo dell’Ufo nelle scuole elementari entrato negli annali», confermano.

Saranno anche visionabili, tra gli altri, gli scatti dell’inaugurazione del ponte dei Granatieri e della Juventina Chiuppano, quelli realizzati durante l’alluvione del ’66 o le immagini che ritraggono la Vaca Mora e gli operai del cotonificio Rossi.

L’inaugurazione del sito web non sancirà la fine del progetto del gruppo chiuppanese che proseguirà con l’opera di catalogazione. «I cittadini potranno scoprire e usufruire dell’intero archivio e, soprattutto, partecipare in modo attivo alla raccolta delle informazioni, condividendo i propri ricordi e conoscenze», concludono De Bacco, Dal Santo, Ferretto, De Marzi e Ranzolin - Il nostro intento è quello di fornire uno strumento che possa unire le generazioni legate alla fotografia analogica a quelle dell’epoca digitale».

Marco Billo

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