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Uccelli maltrattati Tre denunciati dalle guardie Enpa

L’operazione è stata messa a segno dalle guardie dell’Enpa
L’operazione è stata messa a segno dalle guardie dell’Enpa
L’operazione è stata messa a segno dalle guardie dell’Enpa
L’operazione è stata messa a segno dalle guardie dell’Enpa

Blitz delle Guardie Zoofile Enpa in zona collinare a Fara Vicentino. Nel raggio di trecento metri sono stati denunciate tre persone, fra cui due cacciatori, per detenzione di uccelli da richiamo in condizioni incompatibili con la propria natura e maltrattamento di animali. Secondo quanto appurato e documentato dagli agenti si stava praticando la “muda” termine dialettale che significa tenere gli uccelli al buio per sfalsare il loro ciclo biologico così da indurli a cantare il loro canto nuziale in autunno anziché in primavera per attirare altri esemplari in migrazione da poter cacciare. Una quarantina fra tordi, merli e cesene, erano detenuti in piccole gabbie e stipati in un garage quasi al buio, privi di illuminazione artificiale. “Non solo - dice la nota Enpa - il cacciatore per essere sicuro del risultato li aveva murati con dei pannelli di legno. Lo stesso cacciatore avrebbe anche asserito di sapere fare bene il lavoro che gli è stato tramandato, quindi di praticare lo spennamento a vivo. I fatti accertati a Fara, hanno portato a due comunicazione di reato nei confronti di S.A. e M.A. entrambi cacciatori, al sequestro di tre uccelli. Un’altra denuncia ha riguardato un cittadino, con una posizione più lieve in quanto gli uccelli erano all’esterno, ma ingabbiati nei tristemente famosi “fiaschi”. Renzo Rizzi, ispettore regionale delle guardie Enpa sul caso ha voluto puntualizzare: «Credo che la pratica dell’uso degli uccelli da richiamo generi uno dei più gravi maltrattamenti di animali del nostro tempo, animali che al novanta per cento vengono catturati in natura, ingabbiati e per tutta la vita costretti a vivere in una spazio minuscolo che non gli permetterà neanche di aprire le ali, costretti a sopravvivere spesso in mezzo ad escrementi e acqua putrida, senza nessuna possibilità di espletare i loro bisogni. solo nel Vicentino è stimato che almeno centomila animali siano costretti a vivere in queste condizioni, ciò si tramuta in altrettanti reati penali, una situazione non accettabile in un paese civile, i reati penali vanno perseguiti indipendentemente dalla loro natura». «La situazione - conclude Rizzo - va sanata al più presto, stiamo cercando di trovare una linea guida con la Procura che ci permetta di fare dei controlli corretti e puntuali che facciano emergere questi reati, in tal modo sarà possibile fare cambiare il modus operandi della maggior parte dei cacciatori». L’Enpa infine chiede agli appassionati di caccia che usano richiami “di creare degli spazi appositi, voliere o altro che permettano agli animali di vivere in modo minimamente dignitoso. Questo oltre a fare una buona azione permetterà di rispettare le leggi e non secondario, evitare denunce e tanti fastidi legali”. L’azione delle guardie zoofile comunque continuerà per evitare il ripetersi di certe situazioni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

S.D.M.

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