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«Rubava la Tari». Restituisce i soldi

Il sindaco Gianni Casarotto e l’assessore Alberto Samperi con Paola Marchioro e Lucia Calgaro. A.D.I
Il sindaco Gianni Casarotto e l’assessore Alberto Samperi con Paola Marchioro e Lucia Calgaro. A.D.I
Il sindaco Gianni Casarotto e l’assessore Alberto Samperi con Paola Marchioro e Lucia Calgaro. A.D.I
Il sindaco Gianni Casarotto e l’assessore Alberto Samperi con Paola Marchioro e Lucia Calgaro. A.D.I

I contribuenti thienesi truffati dall'impiegato comunale infedele possono tirare un sospiro di sollievo: i 42.800 euro sottratti indebitamente all'ente sono rientrati nelle casse comunali e i cittadini non dovranno dunque pagare due volte la tassa rifiuti. Si risolve dunque positivamente, almeno per le tasche dei 118 thienesi raggirati, la vicenda che ha per protagonista Giovanni Grolla, impiegato dell'ufficio tributi che lo scorso ottobre è stato denunciato per appropriazione indebita di denaro e segnalato alla Corte dei Conti. L'ex dipendente comunale ha restituito l'intera somma sottratta all'ente da marzo a settembre 2018 attraverso un ingegnoso sistema di riscossione della Tari. Assunto ad inizio 2018 con il compito di recuperare le imposte della tassa rifiuti non versate negli anni precedenti, a metà marzo aveva sistematicamente contattato via mail o telefonicamente decine di ignari cittadini per sollecitare il pagamento degli arretrati. Facendo leva sulla posizione di debolezza di queste persone, Grolla le convocava nel suo ufficio e, dietro la promessa di uno sconto sul debito se veniva saldato in contanti, si faceva consegnare illecitamente il denaro, per una somma complessiva di circa 42.800 euro. Un sistema fraudolento emerso lo scorso settembre nel momento in cui, grazie al meccanismo di rotazione negli uffici, un altro impiegato si è trovato di fronte ad uno di questi contribuenti, presentatosi in municipio per pagare la Tari in contanti. La situazione è stata subito segnalata dal Comune all'autorità giudiziaria, ma per circa un mese gli inquirenti hanno preferito lasciarlo agire indisturbato in modo da raccogliere tutte le prove necessarie alla sua incriminazione. E così è stato: ad ottobre Grolla è stato accusato di peculato, licenziato dal Comune, e ora è in attesa del processo penale. «Faccio i miei complimenti alla struttura comunale che è riuscita a gestire in maniera eccellente questa vicenda - spiega Alberto Samperi, assessore al bilancio - Se da un lato ci è capitata una mela marcia che ha operato in maniera infedele, gettando discredito sul Comune, dall'altro siamo riusciti a venirne fuori grazie alla grande professionalità dei dipendenti comunali che in questi mesi hanno lavorato duramente per tutelare l'ente e i cittadini». «Il danno che ha fatto a livello di immagine a noi dipendenti e al Comune è enorme - aggiunge Paola Marchioro, dirigente dell'ufficio che è stato coinvolto dallo scandalo - però è altrettanto grande la soddisfazione di essere giunti a questa conclusione positiva dopo mesi di duro lavoro da parte di tutti gli uffici». Nei prossimi giorni alcuni dei 118 cittadini raggirati potranno essere ricontattati dall'ufficio tributi per verificare la loro posizione contributiva. Un passaggio che si rende necessario perché è emerso che l’impiegato infedele chiedeva ai contribuenti importi spesso non coincidenti con il tributo corretto; è possibile dunque che alcuni cittadini abbiamo versato una somma maggiore o minore di quella effettivamente dovuta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Dall'Igna

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