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Rubava la Tari, patteggia tre anni

Il caso era scoppiato un anno fa quando il Comune scoprì un ammanco da 42 mila euro nella tariffa rifiutiL’impiegato aveva già restituito la somma dovuta al Comune
Il caso era scoppiato un anno fa quando il Comune scoprì un ammanco da 42 mila euro nella tariffa rifiutiL’impiegato aveva già restituito la somma dovuta al Comune
Il caso era scoppiato un anno fa quando il Comune scoprì un ammanco da 42 mila euro nella tariffa rifiutiL’impiegato aveva già restituito la somma dovuta al Comune
Il caso era scoppiato un anno fa quando il Comune scoprì un ammanco da 42 mila euro nella tariffa rifiutiL’impiegato aveva già restituito la somma dovuta al Comune

Tre anni di reclusione al dipendente comunale infedele. Si è conclusa con un patteggiamento davanti al giudice Barbara Maria Trenti la vicenda giudiziaria di Giovanni Grolla, 47 anni, ex impiegato dell’ufficio Tributi del Comune di Thiene, che si era intascato più di 42 mila euro versati da 118 contribuenti per pagare la Tari. Grolla, difeso dall’avvocato Laura Piva, doveva inoltre rispondere di essersi appropriato indebitamente pure di circa 174 mila euro quando lavorava alla filiale di Valdagno della Banca Monte dei Paschi di Siena. I SOLDI DELLA TARI. Grolla era stato assunto in Comune a inizio 2018 con il compito di recuperare le imposte della tassa sui rifiuti non versate negli anni precedenti, ma ha messo in atto un sistema per tenersi i soldi dei cittadini. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Hans Roderich Blattner, avevano evidenziato che a metà marzo dello stesso anno l’imputato aveva sistematicamente contattato via mail o telefonicamente decine di ignari residenti per sollecitare il pagamento degli arretrati. Facendo leva sulla posizione di debolezza di queste persone, l’impiegato le convocava nel suo ufficio, prometteva loro uno sconto sul debito se avessero saldato in contanti e si faceva consegnare le banconote. Grolla era andato avanti in questo modo fino a settembre 2018, quando, grazie al meccanismo di rotazione negli uffici comunali, un altro impiegato si era trovato di fronte uno dei contribuenti che si era presentato in municipio con il denaro. La circostanza era stata subito segnalata dal Comune all’autorità giudiziaria, ma per circa un mese gli inquirenti avevano preferito lasciare agire indisturbato Grolla in modo da raccogliere tutte le prove necessarie. Dopodiché, a ottobre, l’impiegato infedele era stato accusato di peculato, segnalato alla Corte dei conti e licenziato. Nei mesi scorsi Grolla ha restituito l’intera somma sottratta al Comune, altrimenti non avrebbe potuto optare per il patteggiamento che gli ha garantito lo sconto di un terzo della pena. L’amministrazione comunale thienese si è costituita parte civile con l’avvocato Gianluca Alifuoco e valuterà se chiedere un risarcimento dei danni subiti in altre sedi. I CONTI CORRENTI. Oltre all’accusa di peculato, Grolla era finito davanti al giudice anche per una vicenda avvenuta prima di essere assunto dal Comune di Thiene. Da marzo a maggio del 2016, quando lavorava alla Mps di Valdagno, aveva alleggerito i conti di una decina di correntisti. Alcuni di questi ultimi erano legati da un rapporto fiduciario con l’imputato, che aveva dunque approfittato proprio di questi rapporti per intascarsi una somma notevole attraverso prelevamenti e falsificazioni di carte di credito. Quando alla filiale di Valdagno se ne erano accorti, erano scattati immediatamente la segnalazione alla magistratura e l’allontanamento del funzionario. Che, nel frattempo, aveva provato e superato il concorso per essere assunto dall’amministrazione comunale di Thiene. Nonostante l’indagine in corso sul suo conto, Grolla era stato comunque assunto all’ufficio Tributi perché sul certificato generale del casellario giudiziale vengono riportate solamente le condanne penali diventate definitive. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

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