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Querele dopo la multa, scatta l’inchiesta

Una pattuglia del Consorzio di polizia locale Nevi guidato dal comandante Giovanni Scarpellini. ARCHIVIOL’impresario Michele Valerio
Una pattuglia del Consorzio di polizia locale Nevi guidato dal comandante Giovanni Scarpellini. ARCHIVIOL’impresario Michele Valerio
Una pattuglia del Consorzio di polizia locale Nevi guidato dal comandante Giovanni Scarpellini. ARCHIVIOL’impresario Michele Valerio
Una pattuglia del Consorzio di polizia locale Nevi guidato dal comandante Giovanni Scarpellini. ARCHIVIOL’impresario Michele Valerio

Una multa da 29 euro indigesta che a distanza di 20 giorni ancora non riesce a mettere pace tra le due parti contrapposte. Da un lato l'agente del Consorzio di polizia locale Nevi Stefano Cerisara, dall’altro il multato. Si chiama Michele Valerio e la sua reazione rischia di costargli un conto salato. È stato infatti denunciato per resistenza e lesione a pubblico ufficiale e rifiuto di declinare le generalità. A sua volta Valerio ne fa una battaglia personale e ha sporto querela ai carabinieri di Thiene nei confronti del vigile per “lesioni personali colpose e violenza privata”. Il comandante Giovanni Scarpellini ha difeso il suo agente sottolineando che nel momento in cui Cerisara stava dando la multa per divieto di sosta in una zona pedonale privata a uso pubblico, il proprietario dell'auto si trovava in un bar nelle vicinanze. «Valerio - spiega Scarpellini - una volta raggiunta la sua vettura, aveva iniziato a dare in escandescenza suscitando preoccupazione nel vigile di turno». L'impresario edile Michele Valerio, ora seguito dagli avvocati Enrico Bistore e Andrea Struzziero, ha però raccontato agli uomini dell'Arma una versione diversa. Quella di aver parcheggiato, alle 17 del 2 aprile, la propria auto in via Trieste, all'interno della piazzetta del condominio “Corte San Gaetano” destinata a uso pubblico (ma pedonale, secondo la Polizia locale) in quanto da qualche mese stava seguendo il restauro di un immobile di proprietà di Giulia Scanavin e Federico Mojentale. Racconta. «Sebbene il regolamento condominiale preveda la possibilità di una sosta non prolungata per “carico e scarico”, nei mesi precedenti avevo già preso alcune multe per “sosta in area pedonale urbana” - si legge nel documento – e ne avevo evidenziato l'iniquità al Comando». Valerio ha sottolineato che dopo aver compiuto un rapido controllo dell'immobile, passati non più di 5 minuti, tornando all'auto per ripartire ha trovato una multa sul parabrezza. Fatto presente all'agente di turno che, a suo parere, poteva sostare brevemente in quell'area, questi gli avrebbe intimato «fermamente di spostare la vettura. Ed io, in risposta e con il finestrino lato guida abbassato, gli ho chiesto il suo nominativo. Cerisara, chiaramente indispettito, mi ha chiesto di esibire i documenti, mentre già avanzavo a passo d'uomo per allontanare l'auto. A questo punto l'agente, d'improvviso e con grande impeto, si è scagliato all'interno dell'abitacolo attraverso il finestrino, nell'intento di estrarre la chiave. Io, seduto sul sedile di guida, impossibilitato a muovermi per la presenza dell'imponente corpo dell'agente e per le cinture di sicurezza, sono rimasto immobile in stato di shock». Il thienese ha poi evidenziato come il vigile, muovendosi, gli avrebbe compresso «ripetutamente il collo anche con l'ausilio delle mani, mentre io non potevo che urlare chiedendo aiuto». Non solo. «Con un repentino e immotivato movimento del braccio destro, con il gomito mi ha colpito in viso all'altezza dell'occhio destro, rompendo la montatura degli occhiali da sole e ferendomi il sopracciglio, causando un copioso sanguinamento. Nella frenesia di quei movimenti l'agente ha perso la radiotrasmittente d'ordinanza e il telefono che sono caduti all'interno dell'auto». Valerio ha quindi chiamato i carabinieri, mentre l'agente Cerisara ha cercato di rientrare in possesso dei beni rimasti all'interno della vettura. Intervenuti i carabinieri e verbalizzato il tutto, Michele Valerio si è recato al pronto soccorso dell'ospedale di Santorso; il successivo 5 aprile un medico specialista gli ha prescritto 30 giorni di prognosi. Ci sarebbero anche due testimoni. Del controverso caso se ne riparlerà davanti al giudice. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Maso

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