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Malato per la ditta, andava a pescare

L’ingresso dell’azienda Chilò SPF di Sarcedo, dove ha lavorato per oltre dieci anni. FOTO STELLA CISCATO
L’ingresso dell’azienda Chilò SPF di Sarcedo, dove ha lavorato per oltre dieci anni. FOTO STELLA CISCATO
L’ingresso dell’azienda Chilò SPF di Sarcedo, dove ha lavorato per oltre dieci anni. FOTO STELLA CISCATO
L’ingresso dell’azienda Chilò SPF di Sarcedo, dove ha lavorato per oltre dieci anni. FOTO STELLA CISCATO

Prima tre giorni, poi altri quattro, cinque, sei. I giorni sono diventati settimane e le settimane mesi. Troppo per quello che, a detta di tutti, era stato solo un lieve infortunio sul lavoro, provocato da una mossa maldestra dello stesso dipendente.

I sospetti dei vertici delle officine “Spf Chilò” di Sarcedo su quell’operaio di 33 anni che dalla fine di settembre non si presentava in azienda sono diventati realtà quando, sul loro tavolo, è arrivato il rapporto dell’agenzia di investigazioni privata incaricata di smascherare il dipendente infedele. Non è la trama di una spy story all’americana ma la vicenda di assenteismo che ha riguardato, questa volta, non un lavoratore del settore pubblico ma un dipendente dell’impresa specializzata in semilavorati in lamiera, il macedone Rejahan Demoski.

Il furbetto, che per tutto questo tempo ha sostenuto di essere dolorante e ancora provato dai postumi della caduta in fabbrica avvenuta alla fine di settembre, è stato inchiodato da filmati e foto dello 007 Andrea Chilese assoldato dall’azienda che gli sono valsi una denuncia per truffa continuata ai danni dell’Inail, la sospensione del periodo d’infortunio col rischio del licenziamento.

Tutto comincia all’inizio dell’autunno quando Demoski, assunto alla “Chilò” oltre dieci anni fa, cade all’interno dell’azienda, picchiando il viso per terra: un episodio che l’ospedale di Santorso, cui l’uomo si rivolge, reputa non grave, rilasciando una prognosi di tre giorni.

È a questo punto che l’operaio, sperando forse di spuntare il massimo da quello spiacevole incidente, si rivolge all’Inail di Bassano, ottenendo una proroga del periodo di mutua, la prima di una lunga serie. Il motivo? Dolori lancinanti, conseguenti la caduta, che continuavano ad impedirgli di lavorare. Pare in effetti che Demoski, che vive a Marostica in via Panica, durante le visite non riuscisse nemmeno ad essere sfiorato dai medici, piegato da terribili fitte.

Questo almeno davanti ai dottori e ai datori di lavoro, che l’avevano convocato per questioni burocratiche lo scorso 24 novembre e se l’erano trovato di fronte con collare e con incedere incerto e claudicante. Appena tornato alla sua auto però, come registrato dagli investigatori della “Angel” di Vicenza che lo avevano seguito, il macedone aveva gettato il collare sul sedile posteriore e se n’era andato a pescare lungo il Brenta, dopo aver parcheggiato davanti alla sede della protezione civile di Nove, scendendo con agilità una scarpata piuttosto ripida; e poi anche a giocare in una sala scommesse, dove tutto aveva dimostrato fuorché problemi fisici, tanto che girava il collo di scatto verso la televisione ad ogni gol. È stato sorpreso anche a fare la spesa, intento a scaricare e caricare borse e pacchi voluminosi con estrema facilità, e a girare normalmente senza collare.

Raccolte le prove sufficienti è scattata la denuncia e, dal 21 dicembre, la sospensione del periodo di infortunio. I titolari dell’azienda si sono infatti rivolti al comando di polizia locale del Consorzio; e gli agenti del comandante Scarpellini, compiuti i primi riscontri, hanno segnalato in procura il cittadino macedone con l’ipotesi di truffa.

Secondo i primi calcoli l’operaio avrebbe percepito ingiustamente circa 5.000 euro, tra stipendio e contributi. Soldi che potrebbe essere chiamato a rifondere. «Sono molto dispiaciuto per quanto è accaduto - afferma il proprietario, Ugo Chilò -, per noi ogni dipendente è come un figlio, ma di fronte a situazioni come questa bisogna dare un segnale forte». Per questo l’orientamento è di costituirsi parte civile in sede processuale.

«È ancora presto per questo tipo di valutazioni – frena però l’avvocato Guido Maria Fracasso – attendiamo di avere in mano l’esito delle indagini per decidere il da farsi».

Demoski intanto, dopo alcuni giorni di ferie, dovrebbe rientrare in azienda il prossimo martedì. Avrà modo di difendersi e di far valere le sue ragioni.

Giulia Armeni

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