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Breganze

La marcia allunga la vita: Candida, la centenaria sempre in pista

Al centro Candida Uderzo, 100 anni, premiata dal gruppo podistico Laverda (Foto CISCATO)
Al centro Candida Uderzo, 100 anni, premiata dal gruppo podistico Laverda (Foto CISCATO)
Al centro Candida Uderzo, 100 anni, premiata dal gruppo podistico Laverda (Foto CISCATO)
Al centro Candida Uderzo, 100 anni, premiata dal gruppo podistico Laverda (Foto CISCATO)

Marciare allunga la vita. Candida Uderzo, la breganzese doc che il 18 aprile scorso ha raggiunto l’ambizioso traguardo dei 100 anni, pilastro della comunità, dal 1985 fino a due anni fa, quando è scoppiata la pandemia, non si era mai persa una marcia in tutta la provincia di Vicenza. Grande camminatrice, la donna, mamma di Gianni Salin, nonna di due nipoti (Carlo e Stefania) e bisnonna per cinque volte (Nicolò, Adele, Gioele, Ines e Daria) ieri mattina in occasione del 50° anniversario della Marcia delle Colombare di Breganze è stata premiata con una targa da Wilma Abriani, presidente del gruppo podistico Laverda. La centenaria è all’interno dell’associazione sportiva da 37 anni, praticamente dall’età della pensione, mettendosi sempre in prima fila, anche dalla parte degli organizzatori.
«Mi è sempre piaciuto camminare - racconta Candida Uderzo, fresca comunque di rinnovo della patente di guida - ma all’interno del gruppo podistico Laverda ho sempre dato anche il mio sostegno, ad esempio mettendomi dietro al banco delle iscrizioni in occasione del Giro delle Colombare. Camminare per me significa primo stare in compagnia dei miei amici e soprattutto avere l'occasione di scambiare qualche parola con loro, secondo godere della bellissima natura che il Signore ci ha regalato. Lo sport nella mia vita significa tanto, perché mi ha permesso di essere ancora oggi in buona salute. L'attività fisica è la medicina che mi ha consentito di mantenere giovane il corpo e la mente».
Candida Uderzo, ancora oggi non fa uso di pastiglie particolari, mangia di tutto e non sa rinunciare neppure a mezzo bicchiere di vino a pasto. Grande tifosa di calcio, la sua squadra del cuore è la Juventus, e di ciclismo, non si è mai persa in tv un Giro d'Italia o di Francia, fino a prima del Covid ha sempre lavorato. Da giovane era una magliaia, ma non si è mai tirata indietro neppure nel curare i campi prima del fratello Gaetano poi dei nipoti, dove ancora oggi va a dare il suo aiuto nel confezionare le ciliegie nelle cassette. «Fino a poco tempo fa andavo addirittura a raccoglierle dall'albero, ma adesso i nipoti non mi permettono più di salire sulla scala perché hanno paura che possa cadere – continua nonna Candida -. Comunque non sto mai ferma, né con le gambe, ancora adesso faccio le pulizie di casa e coltivo l'orto, né con la lingua, perché mi piace tanto chiacchierare con le amiche. Quando non cammino, dunque, vado in bicicletta: di solito la utilizzo per andare a trovare mia sorella Rita di 95 anni o per piccole commissioni nel centro del paese. Inoltre da poco mi è stata rinnovata la patente per altri due anni. Con la mia utilitaria giro nei paesi limitrofi e prima della tempesta Vaia, mi mettevo al volante della mia Fiat punto bianca e amavo andare alla ricerca di funghi a Marcesina, nel comune di Gallio. Anche adesso non riesco a rinunciare a questa passione, ma resto più vicina, o vado lungo il Chiavone o al massimo a Fara, a raccogliere i chiodini».
Nella sua vita Candida Uderzo, dopo la prematura scomparsa del marito, ha anche viaggiato molto arrivando a visitare tutta l'Italia, gran parte dell'Europa e anche gli Stati Uniti d'America. Un'esistenza dove non si è mai fatta mancare nulla e dove non ha mai dimenticato neppure di aiutare gli altri mettendosi sempre a servizio della famiglia, della sua comunità e della parrocchia che frequenta regolarmente ancora adesso. 

Silvia Dal Maso

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