I 960 chilometri percorsi a pagaiate nell'estate del 2019 da Beppe Faresin verranno raccontati in un documentario di 37 minuti in onda alle 22.25 di sabato 13 febbraio su Tva.
È la prima presentazione pubblica dell'ultimo lungo viaggio sui fiumi Yukon e Teslin, nel Canada nord-occidentale ai confini con l'Alaska, affrontato dall'"uomo del kayak" di Sandrigo. «Si tratta del documentario che ho girato con tre videocamere e un drone durante quei 15 giorni passati in solitaria sui corsi d'acqua dove iniziò la corsa all'oro alla fine del del 1800», spiega Faresin. «Le immagini sono state montate da Daniel Bertacche e, non potendo presentarlo in un evento pubblico a causa del Covid-19, sabato verrà trasmesso da TVA».
Una traversata non facile da compiere in solitaria dovendo gestire sicurezza, vestiario, cibo, logistica, Gps e attrezzatura per le riprese. «Avevo portato con me 130 chili di materiale, canoa compresa. I grandi fiumi incutono soggezione e gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. Perciò bisogna essere pronti. Sullo Yukon e il Teslin ho dovuto far fronte al maltempo, a una falla nel kayak, a rapide da oltre 22 chilometri orari, a una famiglia di alci che mi ha fatto visita di notte, oltre a due orsi i quali, fortunatamente, non si sono avvicinati troppo».
L'impresa si è aggiunta al già ricco curriculum del sandricense. Sono 12, infatti, le spedizioni sui più grandi fiumi del mondo da lui portate a termine per un totale di oltre 13mila chilometri percorsi sulla sua canoa. Solo la pandemia mondiale - e non i suoi 68 anni - gli ha impedito di affrontare la "tredicesima fatica". «Il prossimo progetto sarà solcare le acque dell'alto Missouri nello stato del Montana. È uno dei principali corsi d'acqua dell'America Settentrionale che confluisce nel Mississippi, fiume che ho già percorso nel 2011. Per il momento ho delineato l'area geografica nella quale viaggerò - conferma Faresin - e appena sarà nuovamente possibile muoversi liberamente partirò. Ogni fiume ha la sua storia e ogni storia la sua avventura: guardando al Missouri penso alle Montagne Rocciose, agli indiani e, ancora una volta, ai cercatori d'oro».