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L’ospedale dei peluche dona sorrisi

Due “medici” dei peluche intenti a rimettere in sesto un piccolo animale destinato ai bambini. A.D.I.Una delle “dottoresse” al lavoro
Due “medici” dei peluche intenti a rimettere in sesto un piccolo animale destinato ai bambini. A.D.I.Una delle “dottoresse” al lavoro
Due “medici” dei peluche intenti a rimettere in sesto un piccolo animale destinato ai bambini. A.D.I.Una delle “dottoresse” al lavoro
Due “medici” dei peluche intenti a rimettere in sesto un piccolo animale destinato ai bambini. A.D.I.Una delle “dottoresse” al lavoro

A Thiene nasce il primo Ospedale dei Peluche dove orsacchiotti, coniglietti e paperelle malandati riprendono vita grazie alle sapienti mani degli anziani del centro diurno. Armati di aghi, fili e forbici, una ventina di ospiti della struttura comunale Il Melograno riparano zampe, riattaccano bottoni ed orecchie, sistemano vestitini e scarpette per una buona causa: una volta rimessi a nuovo infatti i peluche vengono dotati di "passaporto" e donati ai piccoli pazienti delle pediatrie degli ospedali di Santorso, Bassano, Arzignano, Vicenza, Trento, Rovereto e Marzana, e ai bambini assistiti da diversi orfanotrofi e associazioni benefiche sparsi per il mondo. L'originale operazione è targata Lions Club Thiene Colleoni, che già da alcuni anni si occupa del ricollocamento dei peluche in cerca di un nuovo lavoro. All'associazione ora si è affiancata l'assessore al sociale Anna Maria Savio che ha voluto coinvolgere gli ospiti del centro diurno perché «si tratta di un gesto che dona gioia sia alle persone anziane che ai bambini». IL PROGETTO. «La vita media di un peluche è di circa 150 anni - racconta Giuliana Liotard, socia del Lions Club Thiene Colleoni e appassionata promotrice del progetto - Sorprendentemente un peluche trova impiego in media per 10 anni: vive poi una fase di prepensionamento che, in molti casi, porta ad una grave depressione del giocattolo e all’isolamento, spesso in qualche soffitta. Invece i peluche hanno molto da offrire alla collettività e il loro impiego può aiutare molti bambini meno fortunati a rendere più luminose le loro giornate». L'OSPEDALE. Per poter essere ricollocati, i peluche devono prima superare un test di selezione, effettuare un passaggio in lavanderia e infine, per i più bisognosi, essere sottoposti a piccoli ritocchi estetici. È dunque a questo punto che entrano in azioni i "medici esperti" del centro diurno Il Melograno. «Abbiamo proposto all'assessore Savio di aprire il primo Ospedale dei Peluche all'interno della struttura per anziani comunale - continua Liotard - cosicché gli ospiti possano prendersi cura dei nostri piccoli amici ammalati e cucire le loro ferite, e allo stesso tempo sentirsi partecipi di questo gioioso progetto. Crediamo che tutte le persone, così come i nostri orsacchiotti, siano preziose e mai così troppo anziane da essere messe da parte». MEDICI E ASSISTENTI. «Non appena abbiamo presentato il progetto tutti gli ospiti hanno voluto dare una mano - spiega Patricia della cooperativa Mano Amica che gestisce la struttura - Le signore più abili con ago e filo si sono occupate di rammendare i peluche, mentre gli uomini le hanno assistite passando loro il materiale o inscatolando i pupazzi riparati. È stata una bella esperienza: sono stati felicissimi di aver potuto fare qualcosa per i bambini». «L'accoglienza che gli anziani hanno riservato ai peluche malandati è stata commovente - aggiunge l'assessore Savio - perché ho visto nei loro occhi l'emozione di sentirsi utili. Hanno subito creato il cartello "Ospedale dei peluche" e l'angolino dedicato alle riparazioni: hanno risistemato con cura più di 50 peluche, e ora stanno attendendo di rimettersi al lavoro». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Dall'Igna

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