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Insulti e umiliazioni Il marito patteggia un anno di carcere

Il tribunale di Vicenza
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Accusato di avere sottoposto la moglie Raffaella ad «abituali e quotidiane vessazioni, umiliazioni e percosse consistite nel prenderla a calci, nel rivolgerle frasi ingiuriose e denigratorie», ieri mattina, Mario Spegiorin, 59 anni, residente a Sandrigo, ha patteggiato, davanti al giudice per l’udienza preliminare, Roberto Venditti, un anno di reclusione. All’imputato, difeso dall’avvocato Guido Maria Fracasso, il gup ha concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena condannandolo però al pagamento delle spese di costituzione e giudizio in favore della moglie (una somma pari a circa 3 mila euro). In base a quanto ricostruito dalla procura nel corso dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Cristina Carunchio, i fatti imputati a Spegiorin sono avvenuti nel periodo compreso tra l’agosto 2014 e il mese di ottobre del 2016. Mesi nei quali il marito, accusato di maltrattamenti in famiglia, era solito offendere la moglie in maniera pesante arrivando anche a minacciarla di morte con frasi della serie «Ti do una coltellata, ti ammazzo». Ma oltre alle parole ci sono state anche le volte in cui il 59enne metteva in atto anche delle ritorsioni come sistemare dei bancali di legno davanti all’auto della donna per impedirle in questo modo di entrare in garage o di spostarsi. In altre occasioni invece quando capitava che la incontrasse le ostacolava il cammino ponendosi difronte e puntandole il dito sul volto quasi a sfiorarla prendendo quindi a offenderla. Ieri, dopo la denuncia e il processo, il patteggiamento. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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