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Il dizionario della civiltà insegnato dai bambini

Una delle frasi collocate nei luoghi più frequentati dai giovani
Una delle frasi collocate nei luoghi più frequentati dai giovani
Una delle frasi collocate nei luoghi più frequentati dai giovani
Una delle frasi collocate nei luoghi più frequentati dai giovani

Le parole hanno un potere enorme: possono ferire, lasciando cicatrici profonde che rimangono per sempre, possono svilire, minando l’autostima e la dignità delle persone, ma possono anche confortare e incoraggiare, aiutando a lenire un dolore o spronando a fare meglio. Le parole sono importanti così com’è importante imparare fin da piccoli a scegliere quali usare nelle relazioni quotidiane, a scuola, nello sport e in famiglia. Da qui l’idea del Comune di Marano di imprimere sui muri delle strutture pubbliche - scuole, palestre, spogliatoi, campi da basket e da tennis, bocciofila e Parco della Solidarietà - alcune scritte positive che mirano a ispirare chi le legge, una sorta di monito ad evitare un linguaggio ostile. Autori di tali scritte sono stati gli studenti delle classi quinte della scuola elementare Fogazzaro che, accompagnati dalle maestre e dai professionisti del laboratorio artistico Folà, hanno applicato e colorato gli stencil nei luoghi più frequentati da bambini e ragazzi. Le frasi riportano i dieci principi del “Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport” curato dall’associazione “Parole O_Stili”, dieci principi a cui ispirarsi per ristabilire un contatto diretto, sincero e fondato sui valori nobili dello sport che ci accompagnano in tutti gli ambiti della vita. Un manifesto scritto grazie ai contributi di oltre 100 fra atleti, club, squadre, federazioni, aziende, giornalisti. Una scritta su tutte recita: “Le idee si possono discutere. le persone si devono rispettare”. L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto “Il Paese che educa. Parole virtuose per una comunicazione non ostile” promosso dal Comune per sensibilizzare ed educare i cittadini ad una comunicazione non violenta. «Vogliamo far riflettere sulla qualità delle parole che usiamo e sul linguaggio che plasma la società in cui viviamo» spiega il sindaco Marco Guzzonato. «Siamo immersi, online e offline in modalità di comunicazione sempre più violente, con il rischio di assuefarci a questi modi e alle pericolose dinamiche sociali che generano. Il progetto “Il Paese che educa” vuole essere un antidoto a tutto questo, un’occasione per coltivare una nuova “ecologia della parola”, sposando il decalogo nazionale per una comunicazione non ostile. L’attività degli stencil ci permette di coinvolgere direttamente i più giovani nella fase di realizzazione, ma restando visibile agli occhi di tutti, consente di aprire un dialogo con l’intera comunità sull’importanza di porre più attenzione alle parole che usiamo nelle nostre relazioni quotidiane, nello sport così come in altri ambiti». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Dall’Igna

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