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Hacker rubano 170 mila euro alla ditta

La sede dell’azienda truffata dai tre romeni per 170 mila euro. FOTOSERVIZIO STELLA CISCATOVia 2 Giugno, dove si trova la Woodstock Zambon
La sede dell’azienda truffata dai tre romeni per 170 mila euro. FOTOSERVIZIO STELLA CISCATOVia 2 Giugno, dove si trova la Woodstock Zambon
La sede dell’azienda truffata dai tre romeni per 170 mila euro. FOTOSERVIZIO STELLA CISCATOVia 2 Giugno, dove si trova la Woodstock Zambon
La sede dell’azienda truffata dai tre romeni per 170 mila euro. FOTOSERVIZIO STELLA CISCATOVia 2 Giugno, dove si trova la Woodstock Zambon

Hanno violato il conto corrente della ditta e aperto tre carte di credito a nome della titolare, sulle quali hanno accreditato poche centinaia di euro alla volta per otto mesi. Così facendo, credevano che gli ammanchi non sarebbero stati scoperti soprattutto in virtù della mole d’affari dell’azienda. Invece, si sbagliavano. Alla Woodstock Zambon di Sarcedo si sono accorti che qualcosa non andava e hanno sporto denuncia alla questura. Che, dopo circa un anno e mezzo di indagini, è risalita alle identità dei tre responsabili della frode informatica e li ha denunciati. Nei guai sono finiti tre cittadini romeni, di 31, 43 e 55 anni, residenti all’estero. La maggior parte dei 170 mila euro presi dalle casse dell’azienda, attiva nel settore dell’abbigliamento e degli accessori, è però svanita nel nulla. L’ATTACCO HACKER. Secondo la ricostruzione dei poliziotti delle volanti, la Woodstock Zambon di via 2 Giugno è specializzata nell’e-commerce e utilizza PayPal per le proprie transazioni. Gli hacker l’avrebbero presa di mira nel novembre del 2016. Come spiegato dalla questura, i pirati informatici sono riusciti a entrare in possesso di tutte le informazioni utili per poi dirottare 300-400 euro per volta su tre carte di credito. Queste ultime erano state attivate con le generalità della titolare e abbinate al conto corrente dell’azienda. In questo modo il sistema di sicurezza non rilevava anomalie. LA SCOPERTA. A Sarcedo, circa un anno dopo, hanno però iniziato a notare quei trasferimenti sospetti. Inoltre nessuno sapeva dell’esistenza delle tre carte di credito. La Woodstock Zambon ha chiesto spiegazioni a PayPal senza ottenere le risposte che desiderava. E così, nel novembre del 2017, la titolare dell’azienda si è presentata negli uffici della questura di viale Mazzini per chiedere aiuto ai poliziotti, lamentando un ammanco di circa 170 mila euro prelevati tra novembre del 2016 e luglio del 2017. L’INDAGINE. Gli agenti, guidati dal commissario capo Cristiano Fiorin, hanno cominciato a seguire le tracce telematiche. Un lavoro lungo e complicato, che si è concluso nei giorni scorsi. La questura ha scoperto che le carte di credito erano intestate a tre cittadini romeni ed erano state rilasciate da una filiale di Bologna della Carisbo. I poliziotti hanno quindi chiesto subito all’istituto di credito di bloccarle, riuscendo a congelare all’incirca 10 mila euro. Il passo successivo è stato quello di attivare la collaborazione con la polizia romena per riuscire a denunciare i tre hacker, accusati di accesso abusivo a sistema informatico e frode. La Woodstock Zambon proverà a rientrare in possesso del denaro. Un obiettivo non facile da raggiungere. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

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