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Dueville

Il Grande Fratello dell'artista, al lavoro in vetrina per 21 giorni

Andrea Barbiero crea, mangia e dorme a vista e i cittadini gli portano anche del cibo
La performance Andrea Barbiero visto dalla vetrina. Uscirà il 3 dicembre dopo 21 giorni di "lockdown" CISCATO
La performance Andrea Barbiero visto dalla vetrina. Uscirà il 3 dicembre dopo 21 giorni di "lockdown" CISCATO
La performance Andrea Barbiero visto dalla vetrina. Uscirà il 3 dicembre dopo 21 giorni di "lockdown" CISCATO
La performance Andrea Barbiero visto dalla vetrina. Uscirà il 3 dicembre dopo 21 giorni di "lockdown" CISCATO

Cinquecentoquattro ore di reclusione, 21 giorni di performance "in vetrina" per creare altrettante opere e riempire una galleria inizialmente vuota. È la singolare iniziativa che in questi giorni ha attirato l'attenzione di tante persone in centro a Povolaro. Il Contenitore Unico Banalmente Originale (C.U.B.O.), spazio espositivo di piazza Redentore curato dall'architetto Beppe Bertoncello e dal gallerista Nicola Bertoldo, da domenica 13 novembre ospita la mostra "504" di Andrea T. Barbiero, artista di Villaverla che realizza installazioni in bambù. Il titolo del progetto è il prodotto della moltiplicazione tra il numero di ore di una giornata per i giorni che compongono tre settimane, arco di tempo in cui porterà a compimento «una mostra al contrario, iniziata con le pareti vuote e che si completerà solo alla fine, il 3 dicembre, con l'esecuzione della scultura conclusiva. La ventunesima».

Al lavoro, in vetrina

Oltre a dover realizzare un'opera al giorno, Barbiero si è anche imposto di vivere nella galleria, senza mai uscire. «I visitatori, invece, possono entrare in qualsiasi momento, anche di notte», spiega. «Il mio obiettivo è quello di indagare sulle mutazioni che può subire il processo creativo in una situazione di quarantena forzata, autoimposta e opposta a quella vissuta da tutti nel 2020. Penso sia utile per osservare quanto accaduto due anni fa, ma da un punto di vista contrario». Un'esperienza che nelle prime due settimane è stata profonda e intensa per l'artista. Allo stesso tempo ha suscitato curiosità tra i cittadini che, attraverso la vetrata vicina al parcheggio della chiesa della frazione duevillese, possono osservare Barbiero mentre crea le sue opere, accompagna i suoi ospiti nelle visite guidate, oppure mangia o dorme.

La performance dal vivo

«Sono contento di trovarmi a Povolaro: se una performance del genere fosse stata proposta in un contesto più "adeguato", come ad esempio una collaterale della biennale di Venezia o il centro di Milano, non avrebbe portato allo stesso risultato. Tutta questa attenzione mi suggerisce che l'esposizione stia smuovendo qualcosa: sono passate decine e decine di persone, dal pensionato all'artista, ma anche famiglie con bambini. In tanti tornano per guardare la crescita della mostra e quasi tutti portano qualcosa, anche una semplice brioche con un cappuccino», aggiunge il villaverlese, guardando poi la fermata dell'autobus davanti alla vetrina, dove ogni giorno diversi studenti si fermano per salutarlo. «C'è una ragazza che passa sempre e mi ha anche aiutato a finire un'opera», racconta. «Proporre un'esperienza del genere in un luogo come Povolaro, dove è ancora forte e vivo il senso di comunità, ha suscitato un interesse generale e genuino. Queste realtà sono un terreno fertile per diffondere cultura».

Ora Barbiero dovrà affrontare l'ultima settimana di reclusione, incluso il suo trentottesimo compleanno mercoledì 30 novembre. Lo farà continuando ad approfondire la tematica scelta. «Sto sviluppando il concetto di origine, partendo da un vuoto asettico e arrivando poi a un Big Bang creativo», aggiunge indicando le sculture e le installazioni realizzate in questi giorni con bacchette di bambù e filo di ottone. L'evento di chiusura della mostra è in programma alle 19.30 di sabato 3 dicembre.

Marco Billo

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