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Giovani urbaniste trionfano negli Usa

Chiara Pinton illustra il progetto ai colleghi del corso di laurea in architettura. FOTOSERVIZIO BILLODa sinistra Poli, Pinton, Zomelli
Chiara Pinton illustra il progetto ai colleghi del corso di laurea in architettura. FOTOSERVIZIO BILLODa sinistra Poli, Pinton, Zomelli
Chiara Pinton illustra il progetto ai colleghi del corso di laurea in architettura. FOTOSERVIZIO BILLODa sinistra Poli, Pinton, Zomelli
Chiara Pinton illustra il progetto ai colleghi del corso di laurea in architettura. FOTOSERVIZIO BILLODa sinistra Poli, Pinton, Zomelli

Tra 130 progetti arrivati da 20 nazioni presentati al concorso internazionale di architettura “Zero Threshold”, promosso dalla Cleveland Foundation, è stato quello di tre studentesse dell’università di Trento a vincere due primi premi per un totale di duemila dollari. È del team Tetractys - composto da Chiara Pinton di Sandrigo, Erica Poli di Bolzano e Silvia Zomelli di Isola Vicentina, tutte di 22 anni, iscritte al quarto anno del corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura dell’università di Trento – l’idea che la giuria ha premiato sia nella categoria studenti sia in quella aperta anche ai professionisti per il miglior concetto di unità abitativa accessoria. Si chiama “InB Twin” l’elemento progettato dalle studentesse e presentato a luglio al concorso di idee il cui obiettivo è la rigenerazione di una zona residenziale multiculturale del quartiere Old Brooklyn, a sud della città di Cleveland in Ohio, abbattendo le barriere architettoniche. «Si tratta del classico quartiere americano che vediamo nei film», spiega la giovane di Sandrigo Chiara Pinton. «Parlando con la professoressa Kay Bea Jones dell’Ohio State University, che ci ha aiutato durante il corso di composizione architettonica, abbiamo capito che in questi quartieri le case hanno sempre uno spazio inutilizzato ai lati. Un’area pensata per parcheggiare le auto, ma che spesso resta vuota. Perciò abbiamo pensato di realizzare in questo spazio un elemento di connessione tra le case adiacenti». «“InB Twin” spiega Silvia Zomelli - è un elemento che prevede un vano scala per accedere alle abitazioni, una piattaforma mobile per garantire l’accessibilità a chi non può camminare e allo stesso tempo può fungere da luogo di incontro tra le persone che vi accedono. Permette un ingresso ai vari piani della casa, eliminando le scale interne e comportando un ampliamento degli spazi in cui si vive. La forza di questo progetto è che i residenti possono scegliere di realizzarlo assieme e poi andare a modificare le proprie abitazioni». Un’idea funzionale ma, allo stesso tempo, modulabile. «La struttura può essere realizzata in vetro, divenendo una specie di serra solare dove d’estate, grazie a delle piante a coltivazione idroponica, si crea un sistema per raffrescare, mentre d’inverno il vetro permette al sole di scaldare le pareti» spiega Pinton. «Questo tipo di coltivazione consentirebbe anche di creare una microeconomia all’interno del quartiere con una piccola produzione e la vendita di ortaggi e frutta. Negli Stati Uniti molti edifici sono in legno perciò è stata prevista un’alternativa con questo materiale: i cittadini potrebbero auto-costruirsi il nostro elemento. Abbiamo pensato a un rivestimento in corten o in rame che ossidandosi si integrerebbe perfettamente con il paesaggio. Per quanto riguarda l’accessibilità, uno dei metri di giudizio più importanti nel concorso, oltre alla piattaforma mobile, sono stati ideati dei marciapiedi dotati di rampe». Un progetto che la giuria ha definito semplice, originale e largamente personalizzabile. «Terminato il corso - ricordano le studentesse - ogni team aveva la possibilità di aderire al concorso. Noi lo abbiamo fatto, trovando uno sponsor negli Stati Uniti che ha coperto le spese di iscrizione: non ci aspettavamo di vincere, considerata la partecipazione di molte università e professionisti. Ottenere due premi in un concorso internazionale è gratificante e non succede tutti i giorni. Ci siamo messe in gioco, non avevamo nulla da perdere» «Questa esperienza mi ha insegnato che bisogna sempre cogliere le occasioni e crederci fino alla fine», conclude Pinton. A febbraio le tre studentesse voleranno in Ohio con i professori per ritirare il premio e partecipare ad alcune conferenze con gli altri vincitori del concorso. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Billo

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