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Thiene

Fanno lavori
in una casa
e poi la occupano

Mohamed Bennoune mentre parla con gli esponenti del movimento PrimaNoi ieri mattina. CISCATO
Mohamed Bennoune mentre parla con gli esponenti del movimento PrimaNoi ieri mattina. CISCATO
Thiene casa occupata (Ciscato)

Con la scusa di dare una ritoccatina alla casa ci sono entrati e non sono più usciti, nonostante la proprietaria rivoglia indietro l’abitazione. In due parole si può sintetizzare così l’assurda storia che ha come teatro un edificio al civico 13 di via Marconi, in città. Da una parte due marocchini, di cui uno con precedenti penali, dall’altra una signora residente a Schio e che è anche proprietaria della casa. Ieri ad allontanare gli abusivi ci hanno provato anche quelli del movimento “PrimaNoi”, di Alex Cioni, ma il tentativo è andato a vuoto. Niente da fare: Mohamed Bennoune, 45 anni, l’unico che si è fatto vedere, non ha mollato l’osso. Stando alle testimonianze di Tiziana, proprietaria dell’immobile, tutta la vicenda è iniziata un anno fa. «Dovevo sistemare quell’abitazione e mi sono affidata a questa persona di nazionalità marocchina. Si era proposto di ritinteggiare la casa e sistemare la caldaia. Durante il primo sopralluogo, necessario per valutare gli interventi, ha occupato l’immobile e non mi ha più permesso di entrarci. Doveva solo fare i lavori e invece, quando sono tornata dopo qualche giorno, mi ha urlato contro dicendomi che la casa era diventata sua», afferma la donna. «È da più di un anno che l’abitazione è occupata e non ricevo alcun affitto, entrata che mi farebbe comodo avere considerato che non lavoro». L’ultimo tentativo di tornare in possesso dell’immobile risale a circa un mese fa. «Accompagnata da un mio amico ho provato a parlare con gli abusivi, ma loro mi hanno cacciata via spintonandomi: io soffro di fibromialgia e di una grave scoliosi e loro mi hanno spinta a terra. Mi sono dovuta recare al pronto soccorso e per fortuna non ci sono state conseguenze gravi». Ieri mattina il comitato PrimaNoi ha bussato alla porta dell’abitazione in questione. Ad aprire una finestra è stato un nordafricano che si è identificato come Mohamed Bennoune e che ha detto la sua. «I soldi non sono un problema: è la padrona che non vuole scrivere un contratto. Nell’ultimo anno abbiamo sempre pagato l’affitto in nero. Mancano solo gli ultimi tre mesi», si difende l’inquilino abusivo. «Qui ci viviamo in due e ora abbiamo l’obbligo di dimora perché i carabinieri ci hanno trovato con 45 grammi hashish. Erano per uso personale, non per lo spaccio».

L’uomo si è detto pronto a firmare subito un contratto di locazione. «Altrimenti non saprei dove andare. Sto aspettando di iniziare a lavorare come muratore e non spaccio più da molto tempo. Io e l’altro inquilino siamo disposti a firmare un contratto». «Non ho mai visto un euro – conclude la proprietaria – e non voglio che loro vivano in quella casa: l’hanno distrutta e i carabinieri hanno trovato dentro la loro droga. Voglio solo che se ne vadano». Alla fine l’ultimatum di Cioni. «Diamo una settimana di tempo alle autorità per intervenire, altrimenti chiameremo a raccolta le persone per bene al fine di ripristinare la legalità». Minaccioso, ma funzionerà?

Marco Billo

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