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Colpo di pistola alla testa, morta a 42 anni

Carabinieri  in via Aldo Moro dove è stato trovato il cadavere della donna: i carabinieri tengono aperte tutte le ipotesi.  FOTOSERVIZIO  CISCATOL’arrivo del pm Salvadori, primo a destra, nell’abitazione di MaranoAnna Barretta
Carabinieri in via Aldo Moro dove è stato trovato il cadavere della donna: i carabinieri tengono aperte tutte le ipotesi. FOTOSERVIZIO CISCATOL’arrivo del pm Salvadori, primo a destra, nell’abitazione di MaranoAnna Barretta
Carabinieri  in via Aldo Moro dove è stato trovato il cadavere della donna: i carabinieri tengono aperte tutte le ipotesi.  FOTOSERVIZIO  CISCATOL’arrivo del pm Salvadori, primo a destra, nell’abitazione di MaranoAnna Barretta
Carabinieri in via Aldo Moro dove è stato trovato il cadavere della donna: i carabinieri tengono aperte tutte le ipotesi. FOTOSERVIZIO CISCATOL’arrivo del pm Salvadori, primo a destra, nell’abitazione di MaranoAnna Barretta

Si è sparata, è stata uccisa o è successo qualcos’altro? Sono le ipotesi all’esame dei carabinieri per spiegare la morte di Anna Filomena Barretta, di 42 anni, trovata senza vita ieri mattina nell’appartamento al secondo piano della palazzina al numero 5B di via Aldo Moro, nel centro di Marano. A ucciderla è stato un colpo partito dalla pistola dell’ex marito, Angelo Lavarra, guardia giurata di 43 anni. È stato quest’ultimo a lanciare l’allarme al Suem e al centralino del 112. L’inchiesta è stata affidata al pubblico ministero Luigi Salvadori, che ha aperto un fascicolo senza indagati e affidato l’incarico al medico legale di eseguire l’autopsia.

 

LA TRAGEDIA. Barretta e Lavarra hanno due figlie e si sono separati consensualmente pochi giorni fa. Ciò nonostante, vivevano ancora sotto lo stesso tetto anche se lei aveva preso in affitto un altro appartamento a Marano. Secondo la prima ricostruzione fatta dai carabinieri del nucleo investigativo, diretti dal tenente colonnello Giuseppe Bertoli, Lavarra era rincasato attorno alle 5.30 dopo il turno di notte. Dopodiché, attorno alle 9, avrebbe avuto una discussione con l’ex moglie, che è arrivata nella casa coniugale, per questioni legate alla separazione. La disgrazia sarebbe avvenuta un’ora più tardi. A quel punto l’uomo, che come la donna è originario della provincia di Taranto, ha afferrato il cellulare e telefonato ai carabinieri e al Suem per comunicare quello che era successo.

 

IL SOPRALLUOGO. In via Aldo Moro sono intervenuti i carabinieri e il personale del 118, che non ha potuto far altro che constatare il decesso della malcapitata. Quest’ultima è stata rinvenuta riversa sul letto della camera matrimoniale. La pistola dalla quale è stato esploso il colpo mortale alla testa, invece, si trovava a poca distanza dal corpo. A Marano sono accorsi anche il pm Salvadori e il medico legale assieme al suo staff. Il sopralluogo degli inquirenti è durato fino al pomeriggio inoltrato. Una volta terminato di raccogliere tutti gli elementi ritenuti utili alle indagini per chiarire il “giallo”, l’appartamento al secondo piano è stato messo sotto sequestro e i carabinieri hanno apposto i sigilli.

 

L’EX MARITO. Lavarra, sotto choc, è stato accompagnato alla caserma di via Muggia, dove è stato ascoltato dai detective per circa sei ore di fila. La guardia giurata, che lavora per la Civis, ha raccontato di avere avuto un confronto pacifico con l’ex moglie. Quest’ultima sarebbe poi andata in camera da letto, dove sapeva che l’uomo custodiva la propria Beretta calibro 9x21 detenuta regolarmente e avrebbe rivolto l’arma contro se stessa. Lui avrebbe sentito l’esplosione mentre stava dormendo sul divano in salotto e sarebbe andato subito a verificare quello che era avvenuto per poi chiamare i soccorsi. Lavarra avrebbe inoltre riferito agli uomini dell’Arma che l’ex coniuge, che lavorava all’ipermercato Carrefour di Thiene, soffriva molto per la recente separazione ufficializzata dal tribunale soltanto una manciata di giorni fa.

 

I TEST. Mentre si trovava al comando provinciale di via Muggia, Lavarra è stato sottoposto alla prova dello stub per rilevare l’eventuale presenza di residui da sparo. La guardia giurata ha comunque fatto sapere agli investigatori di essere stato di recente al poligono per esercitarsi, come richiede la sua professione. L’arma che ha ucciso la donna sarà invece sottoposta a una serie di analisi accurate alla ricerca delle impronte digitali per verificare quali e quante persone l’hanno impugnata. I risultati di entrambe le attività tecnico-scientifiche saranno pronti solamente tra qualche giorno. L’INDAGINE. Il magistrato attende di riceverli assieme alle relazioni dettagliate dei carabinieri. Nel frattempo ha aperto un fascicolo senza iscrivere alcun nome nel registro degli indagati. Il reato ipotizzato potrebbe essere quello di omicidio. Il pubblico ministero Salvadori ha inoltre già conferito l’incarico al medico legale di svolgere l’autopsia: l’esame verrà effettuato giovedì mattina da un esperto dell’istituto di medicina legale di Verona.

 

LE IPOTESI. Al momento, l’unica pista investigativa esclusa dai carabinieri è quella che il colpo di pistola sia esploso accidentalmente. La morte di Barretta non sarebbe dunque stata causata da un incidente. Rimangono quindi aperte le ipotesi del suicidio e dell’omicidio. Gli inquirenti devono ancora mettere tutti i tasselli del puzzle al posto giusto. All’interno dell’appartamento di via Aldo Moro non è stato trovato alcun biglietto di addio scritto dalla donna. Tutte le stanze erano inoltre in perfetto ordine. Quest’ultima circostanza escluderebbe dunque che la discussione tra gli ex coniugi fosse degenerata in qualcosa di più. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

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