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Da Thiene a Malo

Il caso piccioni: «Scacciati dai paesi con i droni, ora invadono le fattorie». La protesta degli agricoltori

Coldiretti: «Gli uccelli infastiditi si spostano in campagna e consumano il mangime per gli allevamenti, oltre a portare malattie».
Piccioni allontanati col drone dal municipio di Villaverla BILLO
Piccioni allontanati col drone dal municipio di Villaverla BILLO
Piccioni allontanati col drone dal municipio di Villaverla BILLO
Piccioni allontanati col drone dal municipio di Villaverla BILLO

Dove si spostano le centinaia di piccioni che vengono allontanati da municipi, chiese, campanili e ville storiche con l’impiego di rapaci, droni e, magari, oli essenziali? A fornire una risposta al quesito è Coldiretti: dalle piazze dritti alle mangiatoie. «Arrivano nella campagna circostante, provocando disagi alle aziende agricole e agli allevamenti», conferma Roberto Garbin, segretario della zona Alto Vicentino per i coltivatori diretti. 
Se da un lato, dunque, i centri storici vengono liberati dal guano e dalle conseguenti criticità igieniche e sanitarie - come avvenuto nelle ultime settimane con l’intervento di falconieri e piloti di aeromobili sia a Malo che a Villaverla - dall’altro gli stormi, infastiditi dalle misure disposte dai Comuni, che li costringono a emigrare altrove per trovare nuova pace, invadono stalle e fattorie. 

Il rovescio della medaglia

È una conseguenza sgradita che interesserebbe almeno una decina di attività nella fascia che va dalla zona sud di Thiene fino all’area rurale maladense; ma che, probabilmente, tocca anche realtà più lontane in maniera meno significativa. 
Coldiretti, al proposito, riporta il caso emblematico di un’azienda della zona dove negli ultimi tempi il numero di volatili rilevato sarebbe passato da circa 200 esemplari agli attuali picchi di addirittura 700, nonostante i piani di abbattimento messi in atto nelle aree di campagna dalla polizia provinciale. Ciò comporta un danno economico diretto all’azienda, stimato in circa 5 mila euro all’anno, e relativo alle farine e ai mangimi che vengono consumati “a sbafo” dai pennuti. C’è poi preoccupazione per le ripercussioni sanitarie e, più nel dettaglio, per le patologie trasmesse ai bovini come la neosporosi, una delle maggiori cause di aborto negli allevamenti di mucche. Criticità a cui si aggiunge il problema del guano sui tetti e della sporcizia. 

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Il problema

«È una questione segnalata e lamentata da molte aziende agricole della zona», conferma Garbin. «Per evitare che i piccioni vadano nelle mangiatoie e quindi impedire la contaminazione, molti allevatori hanno dovuto cambiare, dal punto di vista organizzativo, le modalità di somministrazione degli alimenti ai bovini, operando di notte o alle prime luci del giorno. Ciò, ovviamente, comporta delle spese maggiori per l’attività». 

Necessario un coordinamento

Per il segretario, però, non ci sarebbero soluzioni facili e immediate. Perciò risulta necessario organizzare le azioni degli enti locali a un livello quanto meno sovracomunale. «Il mio auspicio è che si possa arrivare a un tavolo o un coordinamento provinciale che coinvolga le varie parti interessate. Deve esserci una visione globale, di area», dice. «Non conosco una risposta tecnica, definitiva e risolutiva alla questione. Il problema è sempre stato affrontato in modo autonomo dalle singole amministrazioni comunali: concordo nel dire che questi animali provocano danni ai beni storici e architettonici e anche disagi ai centri cittadini, ma non si può considerare una soluzione lo spostamento dei volatili nelle campagne dove vanno a mettere in difficoltà gli allevamenti. Perciò chiedo di condividere e delineare delle modalità operative uniche». 
Una richiesta, quella che giunge da Coldiretti, per arrivare a operare con un unico obiettivo e quindi a stilare un elenco di indicazioni utili all’allontanamento degli uccelli senza indurre effetti collaterali, o danni ad altre realtà prossime a quelle da cui sono stati mandati via. Per riuscire, come si suol dire, a prendere due piccioni con una fava. 

 

Marco Billo

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