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Casa per autistici, primi test di socialità

Una delle stanze attrezzate per accogliere i ragazzi affetti da autismo nella sede di Sarcedo.CISCATO
Una delle stanze attrezzate per accogliere i ragazzi affetti da autismo nella sede di Sarcedo.CISCATO
Una delle stanze attrezzate per accogliere i ragazzi affetti da autismo nella sede di Sarcedo.CISCATO
Una delle stanze attrezzate per accogliere i ragazzi affetti da autismo nella sede di Sarcedo.CISCATO

È nato a Sarcedo, nei locali di villa Ca’ Dotta messi a disposizione dal Comune ma gestito e coordinato dall’Ulss 7 Pedemontana, il nuovo Centro educativo pomeridiano dedicato agli adolescenti tra i 12 e i 17 anni con diagnosi di autismo. Al momento in fase sperimentale, il servizio è attivo per due pomeriggi alla settimana, il lunedì e il mercoledì dalle 14.30 alle 17.30, ma con il passare del tempo le aperture potranno essere gradualmente ampliate, fino a coprire l’intera settimana (dal lunedì al venerdì) in quanto il centro può essere in grado di offrire grandi possibilità di aiuto non solo ai ragazzi, ma anche agli adulti. Esiste, infatti, una fascia di persone adulte, ad oggi parliamo di 99 soggetti in carico alla disabilità del Distretto 2, i cui profili possono rientrare nello spettro del Centro educativo pomeridiano Ca’ Dotta. L’importante sarà riuscire a garantire nel tempo il personale necessario per gestire la struttura, un gruppo di educatori e operatori socio-sanitari formati e supervisionati da uno psicologo specializzato nel settore. Agli ospiti vengono proposti giochi e attività di socializzazione in modo da aiutarli a riempire un pomeriggio che spesso può risultare vuoto e privo di stimoli. «La diagnosi di autismo - spiega il dott. Alessandro Pigatto, direttore dei servizi socio-sanitari dell’Ulss 7 Pedemontana - si caratterizza per la presenza di disturbi nello sviluppo che impediscono, a chi ne è affetto, di interagire in maniera appropriata con le persone e con l’ambiente, richiedendo supporto ed assistenza nella gestione della vita quotidiana. Tuttavia, gli interventi “abilitativi” specifici ed un’educazione strutturata possono potenziare le capacità del giovane affetto da autismo e ridurre i comportamenti problematici, migliorando la sua qualità di vita e quella dell’intero nucleo famigliare». Il progetto del Centro educativo pomeridiano prevede l’offerta di attività programmate con un ampio ventaglio di opportunità educative, che mirano allo sviluppo di abilità cognitive e sociali a carattere abilitativo, consolidando abilità personali e sociali già presenti. «Le attività – continua Pigatto - sono scandite in modo prevedibile e costante, organizzate in sequenza, facilmente comprensibili e motivanti per ciascun partecipante. Il tutto anche con il coinvolgimento delle famiglie per creare insieme, genitori e operatori, un percorso di crescita coerente e sostenibile per i figli». I minori con autismo che potrebbero beneficiare del servizio anche nei prossimi anni sono 40. Ma, al momento, il numero degli utenti è fermo a quattro, per una precisa scelta metodologica ed operativa iniziale. «Il piccolo gruppo permette a ciascun partecipante di adattarsi e di conoscere l’ambiente nuovo, di confrontarsi e di relazionarsi con gli altri compagni – afferma il dott. Pigatto -. L’ambiente inizialmente deve essere caratterizzato da richieste e stimoli a bassa attivazione, e mano a mano che il giovane acquisisce gli strumenti per capire meglio il contesto e la routine, le proposte potranno essere progressivamente più complesse, anche se sempre riconoscibili e prevedibili. Solo dopo questa prima fase sperimentale e iniziale, il gruppo potrà essere ampliato», conclude. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Maso

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