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Il riconoscimento "Basilica Palladiana"

L'inventore del microchip Faggin e Madame, talenti da premio

La cerimonia Madame e Faggin al centro. Con loro Roberto Ciambetti, Antonio Di Lorenzo, Luca Ancetti, Antonio Chemello e Giuliano Stivan. (Foto Coscato)
La cerimonia Madame e Faggin al centro. Con loro Roberto Ciambetti, Antonio Di Lorenzo, Luca Ancetti, Antonio Chemello e Giuliano Stivan. (Foto Coscato)
La cerimonia Madame e Faggin al centro. Con loro Roberto Ciambetti, Antonio Di Lorenzo, Luca Ancetti, Antonio Chemello e Giuliano Stivan. (Foto Coscato)
La cerimonia Madame e Faggin al centro. Con loro Roberto Ciambetti, Antonio Di Lorenzo, Luca Ancetti, Antonio Chemello e Giuliano Stivan. (Foto Coscato)

Coscienza, esperienza, comunicazione. Tre concetti che ieri sera hanno messo in connessione le vite di Federico Faggin e Francesca Calearo, in arte Madame, premiati a villa Sesso Schiavo a Sandrigo rispettivamente con il 58esimo Premio Basilica Palladiana e il secondo Premio Basilica Palladiana Giovani Emergenti. Cosa accomuna l'esistenza lunga 80 anni del fisico e imprenditore italiano naturalizzato statunitense, noto per essere il padre del microprocessore e per aver inventato la tecnologia Mos silicon gate, a quella della cantautrice nata nel 2002 che vanta già una partecipazione al Festival di Sanremo e successi discografici con centinaia di migliaia di copie vendute? Certo, l'essere nati in Veneto - primo requisito per ricevere i riconoscimenti istituiti dalla Pro Loco di Sandrigo - e, più nel dettaglio, a Vicenza.

Le due ore di interviste e dialoghi, curate dal direttore del Giornale di Vicenza, Luca Ancetti, e dal giornalista Antonio Di Lorenzo, hanno però evidenziato come la volontà di guardare e ricercare all'interno di se stessi sia il punto d'incontro tra due figure, solo apparentemente distanti. A Faggin sono bastati pochi minuti per capire la profondità del pensiero e delle riflessioni di Madame, una giovane talentuosa che considera i suoi vent'anni «una media tra dieci e trenta», che nelle sue canzoni scrive di persone di cui è innamorata «o meglio di individui che accendono qualcosa dentro di me e a cui ho bisogno di parlare». "La voce che esce fuori dal tempo della gioventù", la motivazione incisa sulla lamina d'oro del premio, quasi a voler sottolineare una straordinaria maturità. La cantante non ha paura di dover confermare la rapida ascesa al successo «perché non è quello che voglio, non si tratta della mia presenza agli occhi di tutti». La sua missione è «l'insegnamento», inteso come il «dare tutta me stessa anche per quell'unica persona, tra le tremila del pubblico, rimasta veramente colpita da ciò che dico», è riuscire a «parlare semplice, usare poche parole, giuste, per esprimere un concetto, senza aggiungere nulla di troppo e senza togliere significato».

"Grazie alle sue invenzioni ha rivoluzionato la vita del pianeta terra e ha portato l'uomo in una nuova dimensione" è stata l'introduzione della consegna del primo a Federico Faggin, un uomo che, come illustrato al pubblico, ha vissuto quattro vite. La prima a Vicenza, tra il dramma della guerra, le campagne di Isola Vicentina, l'amore per gli aerei e gli studi all'istituto Rossi. La seconda, nella Silicon Valley in California, da pioniere della tecnologia Mos fino alla creazione del microprocessore seguita da una terza, da imprenditore, in cui fondò l'azienda Zilog e disegnò personalmente il microprocessore Z80, ancora oggi in produzione con 20 miliardi di pezzi venduti. «Poi ho iniziato a pensare alla coscienza. Ho deciso di studiarla per capirne la natura perché mi era diventato chiaro che il cervello non funziona come un computer, anche se gli scienziati dicevano il contrario», ha spiegato Faggin. «Ho capito che io sono il mondo che osserva se stesso con la mia prospettiva, che un'informazione quantistica non è copiabile da fuori, ma conoscibile da dentro e che la fisica quantistica non descrive il mondo esterno, ma quello che abbiamo dentro di noi. Ogni nostra cellula ha la conoscenza del tutto e questo è il motivo per cui la coscienza può connettersi al nostro corpo. Un computer, invece, è fatto di transistori che sono semplicemente degli interruttori che non conoscono il tutto. Questa, la differenza fondamentale», ha aggiunto. «In un computer c'è il buio. Noi, invece, abbiamo dentro la luce della coscienza».

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