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Vende l’abitazione Deve restituire i contributi ricevuti

Una veduta panoramica dei tetti del  centro storico di Schio
Una veduta panoramica dei tetti del centro storico di Schio
Una veduta panoramica dei tetti del  centro storico di Schio
Una veduta panoramica dei tetti del centro storico di Schio

Incassa un aiuto per la prima casa che ha già venduto, dopo aver provveduto ad estinguere il mutuo per il quale aveva chiesto un sostegno comunale. E ora dovrà rendere tutto. Il contributo sull’acquisto della prima casa a Schio non c’è più dal 2019 però le quote pattuite in precedenza continuano ad essere erogate, essendo di cinque anni il periodo considerato. Però c’è chi fa il furbo, ottiene il contributo ma poi vende l’alloggio, estinguendo il mutuo che aveva aperto. Ma gli uffici comunali se ne accorgono e intervengono, chiedendo la restituzione di ben 4.834 euro, pari a quattro annualità incassate dal richiedente. Perché i beneficiari hanno l’obbligo di occupare stabilmente l’abitazione e di mantenervi la residenza per un periodo di almeno cinque anni. L’inquilino ha fatto male i calcoli: il mutuo era stato siglato nel febbraio 2015 ed è stato estinto nel settembre 2019, quando alla scadenza del quinquennio mancavano in verità pochi mesi. Avesse aspettato a cedere l’immobile, i contributi ricevuti sarebbero stati regolari. Invece ora deve restituire tutto, non solo un’annualità, come d’altronde prevede il regolamento in materia che risale al 1999. Il procedimento di riscossione è già stato avviato dai funzionari comunali e potrebbe non essere l’unico, visto che una situazione simile darà il via ad altri controlli. Dallo scorso anno la giunta ha deciso di sospendere questo tipo di aiuti, a fronte sia di un calo di richieste (sono state 28 nell’ultimo anno utile, di cui 26 ammesse), sia del fatto che gli scledensi doc in graduatoria erano sempre meno. Per partecipare alla selezione bisognava avere un’età compresa tra i 18 e i 55 anni, essere cittadino italiano, europeo o straniero, ma con residenza a Schio da almeno 5 anni; non possedere o non avere diritti d’usufrutto o d’abitazione su un’altra casa, con alcune eccezioni specificate nel bando, e non aver beneficiato di finanziamenti pubblici. Il contributo massimo è di 1.850 euro l’anno a fondo perduto, per un periodo pari alla metà della durata del mutuo, e comunque non superiore a sette anni. Per ottenerlo era indispensabile accendere un mutuo tra i 50 e i 120 mila euro, riferiti ad un immobile del valore massimo di 190 mila euro. Il limite di reddito variava a seconda dell’entità del nucleo familiare. Va da sé che se nel 2019 e 2020 non ci saranno nuovi contributi da assegnare, restano da erogare quelli assegnati negli anni 2016, 2017 e 2018, fino alla scadenza dei cinque anni. I beneficiari sono meno di un centinaio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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