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Valli del Pasubio

Un "cubo di vetro" nel vuoto
per le cascate di Brazzavalle

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Il salto nel vuoto visto dal "cubo di vetro"
Il salto nel vuoto visto dal "cubo di vetro"
Cubo sulla cascata (Carlo Dalla Pozza)

Nei secoli andati, il luogo, ai piedi del Sengio Alto, tra rocce grigie e verdi faggete , era magico e ha creato leggende di sortilegi e incantesimi, di folletti e anguane, di amori e passioni infuocate che hanno alimentato le fantasie dei montanari valleogrini. Oggi la cascata di Brazzavalle, poco lontana da Malga Prà, quota Mille, non ha niente di stregoneria ma conserva l'incanto di una bellezza naturale tutta da vedere. E a valorizzare il posto ci ha pensato qualche anno fa il progetto di cooperazione territoriale Va.Po.Re. (Valli, Posina, Recoaro) , cofinanziato da regione Veneto e fondi europei che hanno permesso la costruzione di una piattaforma a sbalzo sopra la cascata, ideata dall'architetto Carlo Costa e messa in atto dalla ditta Negropal di Chiampo. L'opera è chiamata dagli autoctoni "cubo di vetro" ed è lunga tre metri e larga ottanta centimetri e consente di vedere dall'alto la cascata, formata dal corso d'acqua che scende dal monte Cornetto e che conserva nell'area di caduta il vecchio toponimo cimbro "Wasserfall" ovvero cascata d'acqua. Il cubo non è stato ancora inaugurato ufficialmente, ma da qualche giorno è aperto ai visitatori con le necessarie misure di sicurezza. Verso la fine di luglio, infatti, un'ordinanza comunale aveva revocato il disco verde sul sentiero che porta alla cascata in seguito a "particolari dissesti ed erosioni sul percorso per i forti acquazzoni abbattutisi nella zona prealpina". Uno stop di una settimana per i lavori di sistemazione e ora di nuovo via libera al sentiero di circa trecento metri, che negli ultimi tratti richiede attenzione. Spiega Federico Pozzer, vicesindaco:«Abbiamo terminato la sistemazione del sentiero che da Malga Prà scende verso la piattaforma e trattandosi di un tratto abbastanza scosceso e umido, abbiamo ritenuto di metterlo in sicurezza realizzando degli scalini di legno, oltre a posare dei picchetti con corrimano di assistenza alla discesa e risalita. Si tratta in ogni caso di un sentiero, seppur breve, classificato per escursionisti esperti e va affrontato con la giusta cautela e calzature». Una scarpinata, in ogni caso, che non delude per « un'attrazione da brivido, che permette di sporgersi proprio sopra le bianchissime acque della cascata». 

A.D.R.

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