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Un bazar cinese
apre al posto
del supermercato

Il supermercato Pam prima della chiusura di fine 2015
Il supermercato Pam prima della chiusura di fine 2015
Il supermercato Pam prima della chiusura di fine 2015
Il supermercato Pam prima della chiusura di fine 2015

Un via vai insolito nella galleria “del Pam”, alcuni piccoli interventi di manutenzione visibili dal lato di via Baracca, grossi tir che scaricano materiali e vetrine coperte ad altezza uomo senza lasciare un centimetro libero. Un alone di mistero presto svelato: i locali del rimpianto supermercato Pam riapriranno a breve, ma non con un'attività analoga alla precedente. Ad alzare le serrande sarà una sorta di bazar di una ditta con proprietari di origine orientale, presumibilmente cinesi, che più di una volta sono stati avvistati in questi giorni nella galleria, dentro e fuori dal grande negozio, per arredare i locali, effettuare manutenzioni e iniziare a sistemare le merci.

Sbirciando all'interno (con qualche difficoltà per superare gli alti pannelli delle vetrine) sono infatti visibili le nuove scansie distribuite a pettine in mezzo al grande spazio, oltre a decine di scatoloni, sedie e tavoli in cerca di una sistemazione: segnali inequivocabili di una nuova vita commerciale.

Spazzate via dunque tutte le speranze di residenti e anche negozianti della zona di poter riavere la comodità di fare la spesa sotto casa. Dal dicembre 2015, dopo quasi cinquant'anni di attività, il negozio ha chiuso e da allora i cittadini del centro, lato piazza Da Schio, convivono con i disagi dell'assenza di un vero e proprio supermercato, in particolare le persone anziane, sole o comunque prive di automobile.

Per colmare questo vuoto nel frattempo diverse attività si sono ingegnate: un macellaio ha allestito un reparto interno di ortofrutta, un ortofrutta si è trasformato in una specie di “casolin” e perfino è nato un servizio di spesa a domicilio, effettuato dalla cooperativa scolastica “spesAschio” creata dall classe 4IC del liceo scientifico Tron «e che sta crescendo ogni giorno di più» spiegano i ragazzi.

«Certo è un peccato che apra un negozio così – considerano due pensionate residenti nel vicino condominio Giardino – di cui qui in centro non c'era neanche bisogno. Qua in piazza ci sono già profumeria, drogheria, ferramenta, cartoleria, per non parlare di negozi di vestiti. Quello che serviva era un posto dove poter fare una spesa completa a un prezzo decente».

Non c'è molta euforia nemmeno dal fronte dei commercianti della piazza che vedono l'arrivo del nuovo bazar “china style” come «un elemento che non dà molto lustro alla zona, non la rende certo più invitante». Avventori dei bar invece considerano che «piuttosto di vedere tutto chiuso e desolato, meglio anche i cinesi. Comunque attireranno un loro giro di clientela: se ci pensiamo bene alla fine nei negozi simili al Sacro Cuore e in zona industriale c'è sempre gente dentro».

Del caso si era interessata anche l'Amministrazione comunale, cercando un dialogo con i proprietari milanesi dell'immobile, forse abituati a ben altri canoni di locazione nel capoluogo lombardo che certo però non possono collimare con la situazione scledense. «Per l'ex Pam abbiamo fatto tutto il possibile – afferma il sindaco Valter Orsi - ma la trattativa è tra privati e noi abbiamo voce limitata in capitolo. Comunque stiamo ancora lavorando per favorire l'arrivo di un alimentare in piazza Almerico Da Schio».

Altre trattative immobiliari precedenti erano andate in fumo. Con gli ultimi gestori del Pam, che a più riprese avevano manifestato l’impossibilità a continuare a pagare un affitto troppo alto, ma comunque desiderosi di portare avanti l’attività, non era stato possibile giungere ad una revisione del canone di locazione che potesse andare incontro alle mutate esigenze di mercato. E pertanto avevano deciso di chiudere.

Silvia Dal Ceredo

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