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Laghi

Ucciso a bastonate il cigno Arturo: caccia al bracconiere

I cigni Principessa e Arturo felici sul laghetto (foto Filosofo)
I cigni Principessa e Arturo felici sul laghetto (foto Filosofo)
I cigni Principessa e Arturo felici sul laghetto (foto Filosofo)
I cigni Principessa e Arturo felici sul laghetto (foto Filosofo)

Un ancora anonimo bracconiere fa fuori Arturo, compagno di Principessa, i due bianchi cigni dei laghetti di Laghi. La morte del magnifico maschio è probabilmente avvenuta nella notte fra venerdì e sabato scorso. Al mattino il corpo di Arturo è stato trovato sulla riva di uno dei due specchi d'acqua, galleggiante, ma inerte, forse bastonato, anche se il giorno prima era stato visto nuotare, come sempre nella sua solita maestosità, e far la guardia al nido nel canneto, a difesa dell'ultima covata.

Le persone sensibili hanno pianto per la scomparsa dell'animale, divenuto una vera attrazione, soprattutto per i bambini. Forse il più provato dall'amara sorte dello splendido cigno è Mosè Toniolo, per parecchi anni gestore del rustico chiosco posto sul lungolago. Era stato lui stesso, sei anni fa, ad introdurre nella fauna locale i due esemplari, assieme, poi, a delle anatre, poi moltiplicatesi. «Li ho presi - ricorda lo stesso Mosè - che avevano sì e no 8-9 mesi. Erano bellissimi e ho deciso di affidarli alle acque e, da quel giorno, di accudirli. Li ho chiamati Arturo e Principessa. Loro sembravano capire il mio richiamo, e accorrevano subito verso il sentierino del chiosco quando li chiamavo. Arturo, esuberante, sempre per primo, seguito da Principessa, più timida e introversa. A lungo li ho difesi, fintantoché ho condotto il chiosco. Ma, anche dopo, salendo da Mosson di Cogollo, dove abito, per trovarli, portando loro ogni mese un sacco di grano sminuzzato, di cui erano molto ghiotti. Però, questa volta, non sono stato in grado di difenderli..., e il rimpianto è molto, molto forte».

Toniolo parla, non trattenendo l'emozione. Lo fa al "plurale" dato che, secondo lui, la cattiva sorte ha colpito non solo Arturo, ma anche Principessa. «Venerdì scorso - dice - avevo portato 30 chili di grano, ma qualcuno aveva rubato le quattro uova della terza covata. La gente del posto sa a chi mi riferisco, ma nessuno parla. Quello stesso bracconiere aveva sottratto delle uova anche nelle due precedenti covate. E così Principessa si era rifiutata di covare quelle rimaste. Purtroppo, alla cattiveria umana non c'è limite». Così la coppia monogama non aveva avuto successori, rimanendo nobile padrona delle acque lacustri, su cui scivolava leggera nel consueto portamento elegante, esaltato dal lungo collo. Tutte peculiarità fisiche purtroppo non più presenti nel grande uccello acquatico, rinvenuto privo di vita. Essendo un animale protetto, il cigno è stato recuperato dalle guardie venatorie, per essere sottoposto ad un esame atto ad accertare le cause della sua morte.

La gente, anche ieri presente nei pressi dei laghetti, avanza l'ipotesi che l'animale sia stato volutamente ucciso da chi voleva sottrarre le uova dal nido che difendeva. Il nome del bracconiere non lo fa nessuno, ma si percepisce che è persona conosciuta, non nuova a compiere tali gesti malsani. «Mi dispiace per quanto successo ad Arturo - chiosa Mosè Toniolo - Mi dispiace per me, per il paese, e per i bambini, che hanno perso un magnifico compagno di gioco». E che non ritroveranno adesso che la primavera tornerà ad esplodere...  

Giovanni M. Filosofo

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