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L'allarme

Filo "killer" teso tra gli alberi: guerra ai ciclisti sul monte Enna

Un filo in nylon rigido di grosse dimensioni è stato trovato legato ad altezza d’uomo su tre alberi nel pomeriggio di sabato in uno dei sentieri del Monte Enna, non distante dal forte di Santa Caterina, appena sopra a Schio. Si tratta probabilmente di una sonda passacavi. La zona è meta conosciuta tra gli appassionati dei sentieri di montagna, poiché il dislivello del terreno offre un buon campo di allenamento per corridori e ciclisti. A qualcuno però la cosa dà fastidio. Non è la prima volta che si trovano lungo il percorso questi fili che ostacolano la via e diventano un potenziale pericolo per chi frequenta la zona in bici ad alte velocità, giungendo in discesa. Non è da escludere che qualche abitante, stanco di tanto viavai nel bosco, abbia agito per creare una barriera. 

Il caso è stato fatto presente ai carabinieri di Schio. L’ultima segnalazione è arrivata da Daniele, ventenne vicentino che, come tanti, ama allenarsi sulle pendici del Monte Enna. Il corridore, dopo aver visto il filo davanti a sé, si è documentato e lo ha rimosso per evitare che altre persone potessero incapparvi. «Secondo me era una sonda passacavi - commenta - perché all’estremità aveva un anellino che serve per attaccarci i cavi. Subito non la vedi, te ne accorgi quando ci sei davanti. Lì passano bici e persone ed è facile farsi male». 
Per lui, trovare questi ostacoli è ormai naturale. «Non è il primo caso, è una zona rinomata, tempo fa ho trovato del filo spinato poco distante». Episodi confermata anche da altri passanti. «Alcune persone che camminavamo mi hanno riferito di aver trovato del filo di ferro». La cosa da fare, in questi casi, è rimuovere il pericolo. «Io l’ho tolto - conclude Daniele - si rischia di farsi male». 

Episodi simili nell’Alto Vicentino si verificano in continuazione e hanno attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Un caso eclatante risale al 2015 quando, per far fronte allo smog e all’inquinamento acustico prodotto dagli appassionati di moto da cross, qualche residente ha deciso di farsi giustizia da solo tendendo del filo spinato tra gli alberi del Tretto. Negli ultimi anni, le trappole per i cicloamatori sono aumentate nella zona collinare di Schio: nel 2018 in due domeniche successive, tra Santa Caterina e Cerbaro, alcuni escursionisti sulle due ruote hanno trovato del filo spinato teso ad altezza collo. Tre anni fa, ad aprile 2019, il Tretto è stato teatro di due eventi potenzialmente tragici. Prima un quarantenne thienese ha schivato per poco il file, poi, nella stessa zona, un ciclista ha rimediato una ferita al collo e alla spalla (oltre a delle contusioni per la caduta). 

Gli obiettivi più colpiti sono mountain bike e moto da trial non solo tramite filo spinato, ma anche con chiodi per bucare le gomme, barre di falciatrici e bastoni che sbucano dalle sterpaglie e rischiano di intralciare il passaggio. Per i residenti infastiditi dagli escursionisti, la soluzione, come ricordò Paolo Benvegnù, presidente dell’associazione Escursionisti su ruote Veneto, è usare strumenti per delimitare la zona. «Ammesso che si tratti di una proprietà privata - affermò nel 2019 - c’è altro modo per tutelarla, con segnaletica e sbarre. Non si chiude così un sentiero. Questa è una mente malata che attenta alla salute pubblica». 

Netta la condanna da parte della sezione di Schio di Federcaccia, che nega l’ipotesi per cui le trappole possano servire per ostacolare gli animali dei boschi e rinnova l’impegno a mantenere puliti e in ordine i sentieri delle alture scledensi. 

 

Edoardo Mario Francese

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