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«Spariti i risparmi dell’anziana zia» Finisce a processo

Si sarebbe tenuto i risparmi dell’anziana zia, della quale sarà unico erede; ma non lo avrebbe potuto fare, perchè lei era in vita (e lo è ancora) e lui era il suo amministratore di sostegno. È quanto contesta la procura, con il pubblico ministero Hans Roderich Blattner, a Gianluigi Barcarolo, 66 anni, residente a Schio in via Marostica. L’altra mattina, il giudice Roberto Venditti ha rinviato a giudizio Barcarolo, che dovrà presentarsi in aula in ottobre per rispondere di peculato. L’imputato, difeso dall’avv. Paolo Spagnolo, contesta con decisione le accuse ed è pronto a dare battaglia in tribunale. I fatti contestati sarebbero avvenuti fra il gennaio 2012 e la fine di dicembre del 2014. All’epoca, Barcarolo, che è un artista noto non solo a Schio, ma con un suo pubblico affezionato, era l’amministratore di sostegno di un’anziana zia che oggi ha 87 anni e vive, come allora, in casa di riposo. Essendo l’unico nipote, si era reso disponibile a sobbarcarsi l’impegno dell’amministrazione, ma non aveva probabilmente fatto i conti con i doveri del ruolo, che fra l’altro è di incaricato di un pubblico ufficio. In base a quanto ricostruito dalla guardia di finanza, in quel triennio Barcarolo - che aveva la possibilità di operare sul conto corrente della pensionata, aperto nella filiale del Banco Desio di Schio - avrebbe prelevato dal conto, smobilizzando anche delle polizze, non meno di 90 mila euro, contesta la procura. Per quale ragione? L’ipotesi investigativa è che li abbia usati per ristrutturare l’abitazione dove in passato abitava la zia, e dove all’epoca viveva lui. Quindi, avrebbe cercato di vendere l’abitazione, ma al momento di andare dal notaio aveva scoperto che, trattandosi dell’immobile di un’amministrata, serviva il via libera del giudice tutelare. Era il 2017 quando il tribunale, esaminando la richiesta, scoprì che Barcarolo in quei tre anni non aveva mai presentato l’obbligatoria relazione annuale degli amministratori sullo stato patrimoniale ed economico dei conti delle persone di cui curano gli interessi; e dispose delle verifiche, dalle quali emerse come ci fossero tutte quelle spese non adeguatamente documentate. Secondo la procura, sulla scorta degli accertamenti delle fiamme gialle della compagnia di Vicenza, l’imputato avrebbe speso i 90 mila euro per ragioni personali, e non direttamente legate agli interessi della zia. Di qui l’accusa di peculato, reato grave per il legislatore. Dopo la scoperta era stato cambiato l’amministratore, che ieri si è costituito parte civile per chiedere un risarcimento dei danni. Poi era stato lo stesso tribunale civile a segnalare l’artista in procura. Barcarolo respinge con forza questa ricostruzione e professa con decisione la sua innocenza. Sostiene di avere sempre operato per il bene della zia, alla quale è legato da un sincero affetto, e di avere speso quei quattrini per esigenze della pensionata, non proprie. Fra l’altro, essendo unico erede del patrimonio dell’anziana, avrebbe fatto eventualmente un danno a se stesso sperperando i risparmi di una vita dell’anziana, che - pur nelle difficoltà fisiche e mentali - aveva sempre nutrito grande fiducia nei suoi confronti. In aula, davanti al collegio, sfileranno vari testimoni per fare piena chiarezza su quanto accaduto. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Diego Neri

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