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Il caso

Soccorsi in montagna: essere salvati può diventare molto caro. In elicottero 90 euro al minuto

L’imprudenza, in montagna, può costare cara. E non solo perché si rischia di farsi male e purtroppo anche di perdere la vita. In alcuni casi, a soffrire può essere il portafoglio, nello specifico quando si rende necessario l’intervento del Suem e del Soccorso alpino e le persone recuperate magari si sono semplicemente smarrite oppure si trovano in condizioni tali da non dover ricorrere alle cure ospedaliere. E i rimborsi richiesti dall’Ulss possono ammontare anche diverse a migliaia di euro, ad esempio nel caso in cui ad intervenire sia stato l’elisoccorso. Circostanze frequenti, soprattutto nei mesi estivi, quando i monti vicentini sono frequentati da migliaia di appassionati. 

Il quadro è normato da una specifica delibera della giunta regionale, nella quale si trovano le tariffe a carico degli utenti e i casi in cui le spese risultano essere a carico di quanti vengono soccorsi. Il testo spiega come negli interventi di ricerca e soccorso, indicati con l’acronimo “Sar”, l’onere del servizio sia a carico del sistema sanitario regionale “qualora l’utente soccorso sia affetto da patologie che richiedono il ricovero ospedaliero o accertamenti al pronto soccorso; in assenza di queste ultime, è posto a carico dell’utente”. 

La verifica delle condizioni per l’assunzione dei costi da parte del sistema sanitario viene effettuata dal medico del Suem intervenuto sul luogo dell’incidente o dal medico della centrale operativa; gli stessi oneri sono attributi all’Ulss competente. Per quanto riguarda il tariffario, i costi più alti sono quelli riguardanti l’elisoccorso: nei casi in cui venga stabilito che spetti all’utente la copertura delle spese, queste vengono infatti calcolate su una tariffa di 90 euro al minuto di volo, quindi dal decollo al rientro, fino ad un massimo di 7.500 euro. Le spese a carico dell’utente, nei casi specificati, possono essere applicate anche negli interventi del soccorso alpino. In questo caso, secondo il tariffario della Regione, si parla di un costo di 200 euro per ciascuna squadra composta da almeno tre operatori. La quota sale se le operazioni si protraggono, con 50 euro in più per ogni ora aggiuntiva oltre la prima, per ciascuna delle squadre in azione, fino ad un massimo di 1.500 euro. Anche l’intervento di soccorso con l’ambulanza, in alcuni casi, può risultare a carico dell’utente, con un costo di 150 euro. 
Insomma, essere prudenti, in montagna, garantisce dai rischi non solo fisici, ma anche economici.

«Fondamentalmente - spiega Luca Nardi, scledense, vicedelegato dell’undicesima zona Prealpi Venete del Soccorso alpino del Veneto ed ex capostazione di Schio - ci dovrebbe essere più educazione alla montagna. In alcuni casi, infatti, l’elicottero può essere distolto da interventi più gravi; l’operatore del 118 può cambiare destinazione anche in volo, ma se si trova nella zona del Garda e deve intervenire sul Pasubio, magari per un attacco cardiaco, la situazione può diventare problematica. La cultura dell’andare in montagna deve essere riscoperta, bisogna essere consapevoli che ci si trova in un ambiente dove ci possono essere pericoli e questo aspetto non va preso sottogamba».  

Matteo Carollo

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