<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Sit-in per difendere i pesci del Leogra

Un tratto del Leogra in contra’ Castellani a Valli del PasubioMoria di pesci nel Leogra avvenuta alcuni anni fa
Un tratto del Leogra in contra’ Castellani a Valli del PasubioMoria di pesci nel Leogra avvenuta alcuni anni fa
Un tratto del Leogra in contra’ Castellani a Valli del PasubioMoria di pesci nel Leogra avvenuta alcuni anni fa
Un tratto del Leogra in contra’ Castellani a Valli del PasubioMoria di pesci nel Leogra avvenuta alcuni anni fa

Un sit-in lungo il torrente Leogra per dire no alle centraline idroelettriche e aderire alla “protesta dei pesci di fiume” che coinvolge, a livello nazionale, anche Legambiente e Wwf. L’amministrazione comunale vallense si schiera decisamente contro lo sfruttamento delle acque territoriali e dopo le varie opposizioni in aula consiliare si appresta a difendere le sponde dell’amato torrente che dà il nome alla valle. A far traboccare il vaso è stata la richiesta di un nuovo impianto in contra’ Castellani cui iter sta arrivando in dirittura d’arrivo. La domanda di concessione risale al 2013 e il primo no viene espresso dall’allora amministrazione Cunegato. Ma la richiesta va avanti e la Regione potrebbe autorizzarla nel corso del 2020 nonostante l’ennesimo parere negativo espresso dall’attuale giunta condotta da Carlo Bettanin e votato dal consiglio comunale qualche settimana fa. Contro di essa sono giunte in municipio 15 osservazioni presentate sia da singoli cittadini che da associazioni. In prima linea, nella battaglia, ci sono i pescatori che da 30 anni si oppongono a questi impianti. Nel 2010 il ritrovamento di centinaia di pesci morti lungo il Leogra a Torrebelvicino gettò ulteriore benzina sul fuoco. Uscì la polizia provinciale per le indagini ma la morìa, secondo quanto emerse, non era riconducibile a sostanze inquinanti. Le centraline finirono nel mirino. Il vicesindaco Federico Pozzer spiega la posizione del Comune: «In base ai nostri calcoli la centralina idroelettrica in progetto oltre ad avere una producibilità assai bassa, non risulta conforme alla direttiva nazionale detta "direttiva derivazioni", e pertanto non è nemmeno soggetta ad incentivo. Quindi a nostro avviso andrebbe rifatto tutto il piano e economico con cui è stato effettuato il calcolo delle entrate. Un progetto senza capo nè coda, l'ultimo di una lunga serie contro i quali come amministrazione ci battiamo da tanti anni». Il vicesindaco snocciola poi alcuni dati rilevanti: «Il Leogra è già soggetto a derivazioni per oltre il 90% del suo corso, secondo una tavola del Genio civile. Sembra non importi a nessuno, e siamo stanchi ed arrabbiati del perpetrarsi di questa "corsa all'oro blu" che c'è nei nostri fiumi. Fra un po' si contenderanno l'acqua del Leogra coi secchielli». A Valli l’ente locale si è opposto a decine di richieste in tal senso. Battute a parte, a Valli c’è la “via dell’acqua” che rischia di diventare storia del passato. Così gli amministratori comunali hanno deciso di scendere in campo a fianco di Legambiente, Alpi Kayak, Free Rivers Italia, Federazione Nazionale Pro Natura, Mountain Wilderness, Wwf Italia. Saranno oltre 60 i sit-in su altrettanti torrenti. L’obiettivo è ottenere il rispetto della direttiva europea Quadro Acque del 2000 anche quando si tratta di energia elettrica, abbassando gli incentivi che lo Stato annualmente elargisce ai progetti di sfruttamento idroelettrico dei corsi d’acqua. «Sabato saremo sul corso del Leogra assieme all’associazione Pescatori e al comitato Solidarietà con la Natura – conclude Pozzer – oltre a tutti i cittadini che vorranno unirsi». Che, a quanto pare, non saranno pochi perché, da queste parti, il Leogra è sacro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

Suggerimenti