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L'avventura

Seimila chilometri a piedi fino alle Ande

Il punto più alto sinora raggiunto da Nicolò Guarrera nel suo giro del pianeta
Il punto più alto sinora raggiunto da Nicolò Guarrera nel suo giro del pianeta
Il punto più alto sinora raggiunto da Nicolò Guarrera nel suo giro del pianeta
Il punto più alto sinora raggiunto da Nicolò Guarrera nel suo giro del pianeta

«Ovviamente sto camminando». E non poteva essere altrimenti, per Nicolò Guarrera, 27 anni, di Malo, impegnato nel giro del mondo a piedi. Dopo 5.800 chilometri percorsi e oltre 7 milioni di passi in poco più di 400 giorni, Nicolò è arrivato in Perù, tra alcune delle cime più alte del mondo. «Scusa il fiatone, ma sono a 3 mila metri di quota - racconta al telefono -. Sto camminando nel Canyon di Huaylas, tra la Cordillera Blanca e la Cordillera Negra. La prima delle due è ricca di ghiacciai e comprende l’Alpamayo, definita in un sondaggio come la più bella montagna del mondo». 

 

ESPERIENZE FORTI - Tanti i passi e i chilometri, ma anche le esperienze vissute dal giovane maladense dopo circa un anno di viaggio. «Tra le esperienze più emozionanti c’è stato sicuramente l’attraversamento dell’oceano Atlantico - spiega -. Un viaggio in barca di 33 giorni da Las Palmas de Gran Canaria a Santa Lucia nei Caraibi, costellato da visioni meravigliose. Una vera quarantena, in cui non esisteva la privacy tra viaggiatori». Rocambolesco l’attraversamento del confine tra Ecuador e Perù, attualmente chiuso, via terra, per l’emergenza Covid. «Ho spiegato ai militari di guardia il viaggio che stavo compiendo - continua Nicolò -. Alla fine, pagando un dollaro, sono riuscito, in un altro punto, ad attraversare in barca il fiume che si trova al confine tra i due Stati».

In Ecuador il giovane maladense ha partecipato anche ad una cerimonia sciamanica all’interno di un vulcano. «È stato nel villaggio Pululahua - prosegue -. Dopo una settimana di purificazione spirituale, senza mangiare carne e osservando altre regole, ho partecipato alla cerimonia, un viaggio introspettivo accompagnato da uno sciamano, di notte, con canti e musica vicino al fuoco e la conclusione all’alba».

 

PROSSIME TAPPE - «In un paio di giorni raggiungerò Huayhuash e parteciperò ad un trekking che per bellezza viene paragonato a quello dell’“Everest Base Camp” - spiega il maladense -. Grazie al sostegno delle Officine Cobalchini di Bassano potrò anche far vivere l’esperienza a chi mi segue su Instagram. Verso fine settembre arriverò a Lima, mentre conto di raggiungere la città di Tacna per Natale. L’idea sarebbe poi di passare in Cile, ma anche lì il confine sarà chiuso, dovrò vedere se riuscirò a passare, altrimenti tornerò verso la Bolivia, nella quale è più facile entrare, per vedere se sarà possibile poi tornare in Cile o se dovrò spostarmi in Argentina. In ogni caso, resterò in America Latina fino ad aprile o maggio del prossimo anno. Poi partirò per l’Australia, sempre che i confini siano aperti».

Se il primo anno di viaggio è stato dunque all’insegna di panorami mozzafiato ed esperienze suggestive, il secondo si preannuncia pieno di incognite.

 

IL VIAGGIO -  La pandemia non è comunque riuscita a far desistere Nicolò dal suo proposito: quello di compiere il giro del mondo a piedi, 33 mila chilometri attorno al globo all’insegna della lentezza, percorrendo circa 40 chilometri al giorno. Partito nell’agosto dell’anno scorso, il giovane ha attraversato il nord Italia, la Francia, la Spagna, ha percorso il Cammino di Santiago, sempre in compagnia del suo gilet giallo e del fedele carrettino “Ezio” per trasportare i pochi bagagli che ha portato con sè. Come Cristoforo Colombo più di 500 anni prima di lui, si è imbarcato da Palos de la Frontera per le Canarie, trovando poi un passaggio in barca per le Americhe, a bordo del catamarano “Tata”, con un capitano australiano e un ragazzo polacco. Poi l’arrivo nei Caraibi, quindi l’America Latina. Dopo l’Australia, il viaggio di Nicolò proseguirà in Asia: Malaysia, Thailandia, India, Cina, Iran, Turchia, Grecia e ritorno. 

 

Matteo Carollo

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