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Ronde al cimitero, minacce con un proiettile

Il proiettile recapitato a casa di Maria Mondin.COGOLe “ronde” Stefania Dalle Fusine e Maria Mondin. BRUNO COGO
Il proiettile recapitato a casa di Maria Mondin.COGOLe “ronde” Stefania Dalle Fusine e Maria Mondin. BRUNO COGO
Il proiettile recapitato a casa di Maria Mondin.COGOLe “ronde” Stefania Dalle Fusine e Maria Mondin. BRUNO COGO
Il proiettile recapitato a casa di Maria Mondin.COGOLe “ronde” Stefania Dalle Fusine e Maria Mondin. BRUNO COGO

Una pallottola appoggiata su un foglietto di carta con disegnato un teschio fatta trovare domenica mattina sulla porta di casa. Un grave atto intimidatorio nei confronti di Maria Mondin che, con l’amica Stefania Dalle Fusine, da due settimane presidia il cimitero del capoluogo dopo la profanazione delle tombe dei suoi cari da parte dei predoni di rame e ottone. Sorpresa e incredula. E’ lo stato d’animo della signora Maria, 65 anni, che poco dopo il rinvenimento è scoppiata in un pianto liberatorio. Solo qualche giorno prima aveva trovato un uccello morto proprio sulla panchina della fermata delle corriere su cui era solita sedersi la sera assieme all’amica per protestare in maniera civile perché si metta fine alle continue incursioni al camposanto. Il primo a recarsi a casa della vittima di questo metodo barbaro il sindaco Umberto Poscoliero che, dopo aver manifestato la propria vicinanza alle due coraggiose cittadine sanvitesi, le ha accompagnate alla stazione dei carabinieri di Schio per sporgere denuncia. «Maria e Stefania hanno la mia solidarietà e quella di tutta la comunità – interviene il primo cittadino che fin dall’inizio temeva si esponessero ad azioni di ritorsione -. Si tratta di un gesto vile che ci spinge a mettere il massimo impegno per contrastare questi fenomeni intimidatori di stampo mafioso. In collaborazione con le forze dell’ordine, che intensificheranno la loro presenza a S. Vito, faremo il possibile per scovare questi incivili ed intraprenderemo tutte le azioni possibili perché i cittadini possano sentirsi sicuri nel loro paese». Proprio la sera che ha preceduto questo inquietante episodio il sindaco aveva ricevuto in municipio le due “guerriere”, come sono state descritte dai tanti sostenitori, per ingraziarle per l’impegno dimostrato e ribadire loro che le istituzioni si sentono sotto pressione perché consapevoli di non essere in grado di assicurare la sicurezza che la gente vorrebbe. Per contrastare la microcriminalità il comune ha avviato un progetto che prevede la sostituzione dei vecchi corpi illuminanti ed il potenziamento del sistema di videosorveglianza mediante l’installazione di telecamere ad alta definizione. Al termine dell’incontro Stefania Dalle Fusine e Maria Mondin avevano deciso di sospendere l’iniziativa che avevano intrapreso quindici giorni fa con il solo intento di custodire i sentimenti che le legano ai loro cari la cui tomba è stata violata, senza voler offendere nessuno. «Un po’ ci dispiaceva perché era diventato un appuntamento fisso con la gente che si fermava per congratularsi con noi ed incoraggiarci a proseguire – spiega la signora Stefania, 67 anni –. Ma è tanta la rabbia per quanto è accaduto a Maria che abbiamo deciso di continuare a ritrovarci al cimitero. Questa gentaglia non ci faceva paura prima e non riuscirà a farlo ora. Hanno avuto il coraggio di compiere questo gesto intimidatorio ma non di affrontarci. Noi siamo pronte a farlo senza alcun problema.» «Maria e Stefania hanno manifestato grande coraggio e determinazione ed hanno difeso un sentimento comune a tutti i sanvitesi – conclude Poscoliero -. Il loro esempio ci spinge a proseguire con determinazione». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Bruno Cogo

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