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Tonezza

Record di turisti in paese: i rubinetti restano a secco

Invasione inattesa di turisti in questo mese di agosto, con tante le seconde case a Tonezza che sono state riaperte (FILOSOFO)
Invasione inattesa di turisti in questo mese di agosto, con tante le seconde case a Tonezza che sono state riaperte (FILOSOFO)
Invasione inattesa di turisti in questo mese di agosto, con tante le seconde case a Tonezza che sono state riaperte (FILOSOFO)
Invasione inattesa di turisti in questo mese di agosto, con tante le seconde case a Tonezza che sono state riaperte (FILOSOFO)

Nessuno se l’aspettava. Eppure, è accaduto. Domenica un quarto del paese è rimasto totalmente all’asciutto. Dai rubinetti, nemmeno una goccia. L’allarme è scattato quando l’acqua è venuta mancare prima nelle contrade alte. Tonezza invasa di turisti, come da decenni non avveniva, e forse non ci si ricordava, è entrata in fibrillazione. A municipio chiuso, a rispondere alle prime, allarmate chiamate è stato il sindaco Franco Bertagnoli. Immediatamente è scattata la verifica.

«Con la protezione civile – spiega il sindaco – abbiamo prima verificato il livello nelle due vasche di raccolta. Quella di contra’ Costa era praticamente asciutta, in quanto era più l’acqua che usciva, che quella che entrava. L’altra, invece, era piena. Così abbiamo fatto intervenire i tecnici di Viacqua».

Gli operatori hanno prima verificato se ci fossero delle perdite nella rete, chiudendo o aprendo le varie saracinesche, in modo da identificare o isolare l’eventuale falla. Niente, tutto a posto. Poi, con il sindaco, si sono recati alle origini del prelievo, salendo fino in valle Barbarena Bastarda. «Lì – dice Bertagnoli – l’acqua c’era, e tanta. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo, perché sarebbe stato drammatico se avessimo trovato la sorgente asciutta. Quindi, siamo scesi in paese, per cercare un immediato rimedio». Visto che nel serbatoio di contra’ Costa era più l’acqua che usciva, si è pensato di aumentare l’afflusso in entrata, chiaramente in asfissia, perché insufficiente ai bisogni degli utenti. Con delle autobotti, in località Campo Chiesa si è provveduto a riempirle, riversando poi il contenuto nella vasca in sofferenza, compensando, quindi, la parte mancante. Subito l’acqua è tornata a scorrere, sia nei rubinetti delle case che nei ristoranti, i cui gestori stavano per disperarsi. 

A bocce ferme, c’è stato il tempo per riflettere, in modo da capire cosa fosse successo. «Abbiamo concluso – dice il sindaco – che il boom di turisti di quest’estate, tornando ad abitare le seconde case da anni chiuse, riempiendo gli alberghi, prendendo in affitto gli appartamenti, ha provocato un enorme consumo d’acqua, quale non si era mai verificato. Da un lato, abbiamo gioito per questo ritorno alla vacanza tra le nostre montagne, probabilmente favorito dall’anomalo caldo soffocante in pianura. Dall’altro però l’uso potabile si è così elevato, da mandare in crisi le riserve di pronto utilizzo».

C’è chi, nel pieno dell’emergenza, ha anche ipotizzato un uso improprio di acqua potabile. «Lo escludo nel modo più assoluto – afferma Bertagnoli - ho firmato l’ordinanza che vietava un uso non potabile. Noi stessi, abbiamo smesso di annaffiare le fioriere che abbellivano il paese e ora stanno rinsecchendo. No, le ragioni sono altre: non troppa gente, non lo diremo mai, visto che viviamo di turismo, col culmine a metà agosto, ma troppo consumo, non previsto, e a cui, ora Viacqua sono certo che saprà far fronte». 

 

Giovanni Matteo Filosofo

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