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Rapine a sale slot Cassiera basista Tre in manette

Marko Milanovic e Denise Carlesso, 25 anni, di Nove
Marko Milanovic e Denise Carlesso, 25 anni, di Nove
Marko Milanovic e Denise Carlesso, 25 anni, di Nove
Marko Milanovic e Denise Carlesso, 25 anni, di Nove

La banda delle rapine alle sale slot viene incastrata dalle indagini dei carabinieri di Bassano e Schio. In manette anche la basista, già dipendente della catena dei centri scommesse e barista in diversi locali della città: da alcuni mesi aveva una relazione col capo della gang criminale. Si è finta “vittima” di una delle rapine. A innescare i sospetti delle forze dell’ordine le sue contraddizioni, ma anche gli occhi azzurri del compagno, intravisti da una dipendente di una sala slot colpita a Malo, che ha riconosciuto uno sguardo familiare attraverso il passamontagna di un bandito: «Aveva gli stessi occhi del fidanzato della mia collega». MANETTE. Gli arresti sono scattati per il serbo Marko Milanovic, 28 anni, residente a Piovene Rocchette, e il bosniaco Danijel Ocausanin, 32 anni, residente a Thiene, entrambi già in carcere per un colpo a Malo, accusati di rapina pluriaggravata, lesioni personali e porto illegale di armi; mentre Denise Carlesso, 25 anni, di Nove, difesa dall’avvocato Gianluca Alifuoco di Vicenza, è ai domiciliari con l’accusa di concorso in rapina pluriaggravata. PRIMO COLPO. I carabinieri di Bassano hanno avviato le indagini dopo la rapina del 20 ottobre scorso alla sala giochi “El Dorado” di Via Capitelvecchio. Alle 3 di notte due persone mascherate avevano fatto irruzione, armate di pistola e coltello, impossessandosi di 1500 euro in contanti. Dietro il bancone c’era Denise Carlesso. Ai militari è sembrato sospetto l’atteggiamento della ragazza e hanno iniziato a controllarla. In primo luogo aveva raccontato di aver subito percosse, ma dal confronto con le immagini della videosorveglianza non risultavano; poi che i rapinatori sembravano nordafricani, anche se avevano agito a volto coperto. Inoltre, la giovane aveva dato l’allarme prima alla vigilanza privata, fatto che ritardò l’intervento dei carabinieri di almeno 15 minuti. I rapinatori, infine, erano andati a colpo sicuro verso un nascondiglio in uno stanzino dove veniva custodita la maggior parte del contante. Come potevano saperlo? IL BIS. Il 28 novembre viene messa a segno una seconda rapina, questa volta nella sala El Dorado di Zanè. La possibile connessione emerge anche dalla testimonianza della dipendente presente al momento dell’assalto, colpita dagli occhi chiari di uno dei banditi, molto simili a quelli di un certo Marko, fidanzato della sua collega Denise. La ragazza infatti aveva lavorato anche in questa sala slot qualche tempo prima. Vengono così identificati Milanovic e Ocausanin e la stessa Carlesso. La banda, ignara delle indagini, continua a progettare colpi. Il 18 gennaio viene rapinata la sala slot “El Dorado” di Malo: bottino di quasi 5mila euro. I carabinieri della compagnia di Schio e del Norm di Thiene intervengono rintracciando e arrestando Milanovic e Ocausanin. Sequestrano anche una pistola detenuta illegalmente. L’EPILOGO. Nelle immagini della videosorveglianza si vedono Carlesso e il compagno mentre effettuano un sopralluogo il giorno prima del colpo. Inoltre, prima della rapina la commessa avrebbe inviato un messaggio alla collega in servizio per sapere quante persone fossero presenti. Di qui la triplice ordinanza di custodia cautelare. •

Francesca Cavedagna

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